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Sallusti: "Ecco perché lascio Il Giornale" e Brambilla rifiuta il suo posto

"Ho scelto una nuova avventura" e intanto il direttore del QN dice di no alla proposta di Silvio Berlusconi

Alessandro Sallusti ha spiegato le motivazioni del suo addio a “Il Giornale”, dopo dodici anni. Nel suo ultimo editoriale il direttore cita uno dei suoi scrittori preferiti, Fabio Genovesi, che nel suo ultimo romanzo “Il calamaro gigante” scrive: “Il più grande regalo che possiamo fare a noi stessi, forse, è mai dire ormai”.

“Ecco, giunto dove sono, potrei dire «ormai sono arrivato», oppure «ormai sono vecchio per tentare nuove avventure». Ma anche «ormai» mi sono accasato nella famiglia di Paolo Berlusconi e di sua figlia Alessia (i miei editori) che è una famiglia estremamente accogliente, generosa e amante della libertà. Così come «ormai» mi è stato concesso il privilegio di dare del tu al presidente Silvio Berlusconi, cioè a uno dei due o tre straordinari uomini che il nostro secolo ci ha regalato e a cui la storia, ne sono certo, prima o poi riconoscerà i meriti in tutti i campi. Ecco avrei potuto vivere tranquillamente di «ormai», ma un giorno, anche grazie a un fortunato incontro, mi si è insidiato nella testa un altro «ormai» che ha avuto la meglio: ormai, dopo dodici anni, era ora di rinunciare a tante certezze e affrontare nuove sfide, senza rancore né particolari calcoli”, spiega Sallusti. Dal 1 giugno sarà il direttore responsabile di "Libero", dove comporrà un notevole trio con Pietro Senaldi (condirettore) e Vittorio Feltri (direttore editorale).

Nello scrivere il “famoso articolo di commiato dai lettori che nessun direttore vorrebbe mai scrivere ma che io oggi mi sento di fare in totale serenità”, Sallusti parla di “dodici anni fantastici”, ma senza dimenticare i momenti difficili: “Nel mentre ho subito un arresto per reato di opinione, mi hanno messo due bypass e due stent coronarici, ho vissuto la più grave crisi dell'editoria di sempre e ovviamente un pizzico di Coronavirus. Ma sia io sia il vostro Giornale siamo ancora qua, e questo è quello che conta. Insieme ai colleghi di questa redazione, ho difeso a spada tratta libertà politiche e culturali perennemente sotto attacco. Li ringrazio tutti e auguro loro ogni bene. In quanto all'editore, beh, ogni parola in più potrebbe sembrare ruffiana o di circostanza. Preferisco dimostrare in futuro con i fatti la stima che ho maturato nei loro confronti”.

Chi prenderà il suo posto alla guida de “Il Giornale”? Non Michele Brambilla, a quanto si mormora: il direttore del “Quotidiano Nazionale” avrebbe infatti declinato l’invito a raccogliere l’eredita di Sallusti, sottopostogli direttamente da Silvio Berlusconi.