A- A+
MediaTech
Sallusti in tv solo per litigare, insieme al Cav è morto anche il savoir-faire

Sallusti, in tv solo per litigare...

Che cos’è successo ad Alessandro Sallusti? Il direttore del Giornale, ormai prezzemolino dei talk show televisivi, già da diverso tempo sembra decisamente cambiato. Guardando le ultime ospitate del giornalista, l’impressione è che vada in tv solo per litigare. Basti vedere la puntata de “Il diario del giorno” su Rete 4 di mercoledì 31 gennaio.

Il direttore, in quell’occasione, si è immolato in una “rissa” con Roberto Salis, padre della maestra di 39 anni finita sotto i riflettori per il trattamento ritenuto da molti “disumano” riservatole durante il processo in Ungheria in cui è stata fatta entrare in catene, con le manette ai polsi e i piedi legati da ceppi di cuoio con lucchetti, mentre una donna delle forze di sicurezza la trascinava per una catena. Litigio questo che, tra l’altro, stando alle parole di Salis senior, gli è costato una querela.

 

Non solo. Ad aver fatto sgranare gli occhi dei telespettatori per l'eccessiva aggressività del giornalista è stato il litigio con Bianca Berlinguer nella puntata di “È sempre Cartabianca” su Rai 3. Durante la trasmissione, Sallusti ha fatto perdere la pazienza alla conduttrice. La questione è la solita: equiparare gli antifascisti agli anticomunisti.

E alla provocazione di Sallusti, Berlinguer ha risposto a tono: “Lui deve tirare in ballo sempre la mia storia personale ma io non mi sottraggo, caro Alessandro Sallusti, a domande che riguardano la mia storia personale, anche se lo trovo davvero molto sgradevole”.

Infine, un altro esempio del livore manifestato dal giornalista è da inquadrare nella rissa con il professore Alessandro Orsini del 2 gennaio scorso. In quel caso, a far “salire la temperatura” era stata la guerra tra Israele e Palestina.

"Se facessi il professore, mi offenderei se facessi lo stesso lavoro di Orsini", aveva detto il giornalista, innescando un botta e risposta prolungato. "Sallusti, lei è un cafone e un prepotente. E' un maleducato, se non si scusa non la faccio parlare", dice Orsini. "Se Sallusti non si scusa, io lascio la trasmissione", replica Orsini, prima del provvidenziale arrivo della pubblicità. Quando si torna in onda, un ospite se n'è andato, ed è proprio Sallusti.

Insomma, è chiaro che, nell'ultimo periodo, ad Alessandro Sallusti non manchi la voglia di infiammare le proprie ospitate con discussioni accese, puntando spesso a irritare i propri “avversarsi” colpendoli sul personale. Secondo gli appassionati di talk show, ormai avvezzi a osservare questo tipo di comportamenti, dietro alla bellicosità del direttore c'è la mancanza di contenuti.

LEGGI ANCHE: Sallusti-Giannini, la guerra è "politica": così l'editoria scompare

Forse, Sallusti non ha ancora superato l’addio al Cavaliere. Con la morte di Silvio Berlusconi, infatti, sembra che se ne sia andata anche una parte di lui. Con il Cavaliere, infatti, Sallusti ha potuto consolidare il proprio nome nel mondo del giornalismo, rimanendo alla guida del "Giornale" per dieci anni abbondanti. 

I più maligni sostengono che “non sia più il Sallusti di una volta” e che abbia perso il suo savoir-faire, sottintendendo una sorta di calo di “solidità” e questa ipotesi potrebbe trovare fondamento guardando il “valzer” di direzioni ballato in poco più di tre anni. Dal Giornale a Libero, per poi tornare a “casa” dopo soli due anni.

Che dietro questo “cambio di passo” del giornalista ci sia il fresco matrimonio con l’assidua frequentatrice dei palinsesti Mediaset e opinionista di “Pomeriggio Cinque”, Patrizia Groppelli? Insomma, Sallusti si trova solo in un momento di “confusione” o c’è qualcos'altro di nascosto più a fondo? Solo il tempo potrà dare una risposta, in attesa di un nuovo infuocato botta e risposta del direttore.






in evidenza
Matteo Berrettini is back, che balzo in classifica Atp: oltre 30 posizioni

Così è rinato il tennista azzurro

Matteo Berrettini is back, che balzo in classifica Atp: oltre 30 posizioni


in vetrina
Un racconto sulle assurdità del nazismo: la recensione di Ferrovie del Messico

Un racconto sulle assurdità del nazismo: la recensione di Ferrovie del Messico


motori
Luca de Meo CEO Renault: "serve flessibilità per la transizione ai veicoli elettrici"

Luca de Meo CEO Renault: "serve flessibilità per la transizione ai veicoli elettrici"

Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Angelo Maria Perrino - Reg. Trib. di Milano n° 210 dell'11 aprile 1996 - P.I. 11321290154

© 1996 - 2021 Uomini & Affari S.r.l. Tutti i diritti sono riservati

Per la tua pubblicità sul sito: Clicca qui

Contatti

Cookie Policy Privacy Policy

Cambia il consenso

Affaritaliani, prima di pubblicare foto, video o testi da internet, compie tutte le opportune verifiche al fine di accertarne il libero regime di circolazione e non violare i diritti di autore o altri diritti esclusivi di terzi. Per segnalare alla redazione eventuali errori nell'uso del materiale riservato, scriveteci a segnalafoto@affaritaliani.it: provvederemo prontamente alla rimozione del materiale lesivo di diritti di terzi.