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Sanremo 2025, vocal care, l'importanza di curare la voce per gli artisti del Festival (e non solo)

Danila Satragno, vocal coach delle stelle della musica spiega perché allenare la voce è la chiave del successo, anche dal punto di vista della comunicazione e dell’emotività

di redazione

Sanremo 2025, vocal care, l'importanza di curare la voce per gli artisti del Festival (e non solo)

Martedì 11 febbraio il palco dell’Ariston ha riacceso le luci sulla musica italiana con la 75esima edizione del Festival di Sanremo. Allo stesso tempo si accendono i riflettori su un tema centrale per gli artisti: la cura della voce. Il vocal care, ossia l'insieme di tecniche e pratiche per mantenere in salute e potenziare la voce, è una disciplina essenziale per chi vive di musica e performance. Lo sa bene Danila Satragno, vocal coach di grandissimi cantanti come Annalisa, Irama, Ornella Vanoni, Jovanotti, Blanco, Giuliano Sangiorgi, Roby Facchinetti, Geolier.

Ne parla con Manuela Ronchi in una puntata del podcast “Alla Manu. Storie di Comunicazione”, dove approfondisce questo argomento cruciale, condividendo consigli pratici e riflessioni sul ruolo della voce, anche come strumento di espressione e lavoro.

La voce e Sanremo: un binomio indissolubile

Il Festival di Sanremo non è solo una competizione musicale, ma anche un palcoscenico che mette sotto pressione i suoi protagonisti. L'emozione, le lunghe prove, i brani impegnativi e l'attesa mediatica sono fattori che mettono a dura prova la voce. In questo contesto, il vocal care si rivela una risorsa preziosa per gli artisti, come testimoniano le esperienze di molti cantanti che si affidano a coach vocali come Danila Satragno per affrontare al meglio l’impegno sanremese. Un esempio su tutti, Danila Satragno ha seguito per anni con il suo vocal care method i Måneskin accompagnandoli anche nell’anno del loro trionfo al Festival di Sanremo.

«La voce è unica, personale e delicata. Curarla significa non solo preservarla, ma anche valorizzare la propria identità artistica»: nel podcast, Satragno sottolinea come le abitudini quotidiane, l'alimentazione, la gestione dello stress e un training mirato possano fare la differenza, soprattutto per chi si prepara ad affrontare un palco prestigioso come quello dell’Ariston.

Dal palcoscenico al quotidiano: la voce come patrimonio universale

Il vocal care non riguarda solo cantanti e attori: è una disciplina che interessa tutti coloro che usano intensamente la voce, dai docenti ai manager, passando per i giornalisti e gli speaker radiofonici. La puntata del podcast “Alla Manu” invita infatti a riflettere sull’importanza di una cultura della prevenzione vocale, oggi più che mai cruciale in un mondo dove la comunicazione verbale è centrale.Danila Satragno racconta a Manuela Ronchi che il vocal care è un allenamento che prevede la cura della voce nella sua tridimensionalità: la parte fisica, quella mentale e quella emotiva. Infatti, anche l’anima svolge una parte importante in questo metodo perché ognuno di noi può trovare nel proprio io l’origine e, perché no, anche un piccolo difetto che rende unica la nostra sfumatura vocale. La voce è come un brand, è la nostra presentazione più forte al pubblico.

Quali sono i diversi tipi di allenamento vocale?

Partiamo dal fisico… Il riscaldamento vocale, fatto di diversi esercizi come le vibrazioni con la bocca, l’emissione di diverse tipologie di suono o delle scale vocali, si unisce agli esercizi di respirazione. Fondamentale è anche saper scandire le parole, dare importanza alle pause, ma ancora più difficile è saper trasmettere le diverse emozioni con la propria voce.

Passiamo per le emozioni… È qui che subentra l’allenamento emotivo perché ogni modo di comunicare - come quello assertivo, empatico o sensuale - prevede diverse modalità di velocità del parlato, di frequenze e di pause. È un allenamento che può diventare un gioco semplice ma molto divertente e che chiunque può fare per dare la giusta intenzione alla propria comunicazione.

Arriviamo al cervello… La terza tipologia di allenamento è quella celebrale. Il lavoro di concentrazione, quello che Danila chiama “il pensiero suono”, genera una capacità di controllo della voce incredibile. Al di là dei vocalizzi, è soprattutto la concentrazione che genera i nostri suoni. La visualizzazione dei suoni può avvenire anche solo a livello mentale ed è una tecnica che i cantanti utilizzano quando si trovano in mezzo a molte persone, per esempio prima di un concerto, e per non disturbare visualizzano nella loro testa i suoni che dovranno emettere una volta saliti sul palco.