MediaTech

Ucraina, bufera social su Travaglio: "Non importa chi sia stato ad ucciderli"

L'editoriale del direttore del Fatto Quotidiano sulla crisi in Ucraina scatena l'indignazione dei social

Fatto Quotidiano, bufera social sull'editoriale di Marco Travaglio: "Non importa chi abbia ucciso gli ucraini"

La polemica si abbatte su Marco Travaglio. Dopo l’editoriale di questa mattina, martedì 5 aprile, sul “Fatto Quotidiano” si scatena una nuova bufera di polemiche dopo alcune frasi considerate da molti, soprattutto sui social, particolarmente inquietanti rispetto alle dinamiche della guerra in Ucraina.

Il direttore del quotidiano scrive: “L’unica certezza sull’orribile strage di Bucha è che 410 esseri umani sono morti. Quasi sicuramente per mano russa: sapremo tutto, forse, da un’inchiesta internazionale alla fine della guerra (e molto dipenderà da chi l’avrà vinta). Ma francamente importa poco chi li abbia uccisi, e dove, e quando: chiunque sia stato non sposta di un millimetro il giudizio sulla guerra, che è sempre sterminio e distruzione”.

Insomma, il concetto è questo: in guerra non ci sono né morti buoni né morti cattivi. Ci sono solo morti. Il punto, però, che forse ha indignato l’opinione pubblica è che, in questo caso, chi ha attaccato (senza motivo alcuno, si sente spesso dire) è un soggetto ben definito. Come è ben definito chi, invece, deve difendersi.

Ma non è tutto. “Nemmeno se si scoprisse che la strage – come sostengono i russi e i complottisti – è opera degli ucraini, o di qualche milizia più o meno nazi o mercenaria, si ribalterebbe il capitolo delle colpe. Che sono chiarissime: dal 24 febbraio sono di Putin, mentre fino a quel giorno se le dividevano equamente la Russia, la Nato (soprattutto gli Usa) e il governo ucraino”, continua Travaglio. “Ne vedremo tante, di scene come Bucha, o come il video di soldati ucraini che gambizzano soldati russi imprigionati e ammanettati, se non si arriverà presto a una vera trattativa con reciproche concessioni fra i veri protagonisti della guerra per procura…”.