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Medicina
Alzheimer, Frisoni: “I batteri sono un terzo organo”

di Paola Serristori

 

Il numero di malati di Alzheimer aumenta perché la popolazione invecchia con un’aspettativa di vita più alta che in passato. La società sarà formata da più anziani. Di conseguenza, nei prossimi vent’anni nei Paesi occidentali l’incidenza delle demenze aumenterà del 50-70 per cento, secondo gli esperti, ma nei Paesi in via di sviluppo, ad esempio la Cina, del 250 per cento. La buona notizia è che al giorno d’oggi un settantenne ha più possibilità di evitare di ammalarsi di demenza, seguendo i consigli del medico che recepiscono i risultati di decenni di ricerca scientifica. Che continua ad approfondire le conoscenze sulle cause delle demenze, tra cui si sospettano i batteri che abitano nel corpo umano. Il gruppo di ricercatori guidato dal Professore Giovanni Frisoni, responsabile della Clinique Mémoire, Hopitaux universitaires et Université de Genève, sta conducendo un importante studio (LEGGI).

Professore Frisoni, qual è la correlazione tra flora batterica e cervello?

“È fondamentale. Con le conoscenze che oggi abbiamo possiamo dire che i batteri sono un terzo organo. Sono tanto importanti quanto il fegato, il cuore, il cervello, il pancreas, perché producono una serie di sostanze che entrano in circolo nell’organismo, e sono influenzati a loro volta da quello che succede negli altri organi del corpo umano. Quindi si comportano a tutti gli effetti come uno degli organi, che dialoga costantemente con tutti gli altri.”

Quando si crea questo equilibrio?

“Alla nascita l’intestino viene colonizzato molto precocemente dai batteri, che sono quelli con cui il bambino viene a contatto nel passaggio attraverso il canale vaginale. Tra l’altro, ci sono degli studi che suggeriscono una serie di esperimenti, in corso nel mondo, sui benefici della contaminazione volontaria di bambini nati col parto cesareo al fine di irrobustire le loro difese immunitarie. I bambini nati col cesareo sono più predisposti a soffrire di problemi al sistema immunitario e, nell’ambito di questi studi, vengono esposti aI batteri prelevati dal canale vaginale della mamma. Ci stiamo accorgendo che c’è una correlazione che avevamo intuito, ma senza capirne l’importanza. Avevamo considerato i batteri come ‘vicini’ molesti da cui proteggersi. Invece no. Il corpo umano si è evoluto insieme ai batteri, utilizzando la macchina biochimica dei batteri, e selezionando solo quelli che gli erano utili. I batteri che abbiamo nell’intestino sono una parte dei batteri con cui potremmo convivere. Precisamente sono quelli che riescono a convivere tra loro e che sono utili al funzionamento della macchina umana. Il fenomeno si è sviluppato e perfezionato nell’arco dell’evoluzione dell’uomo.”

Sono coinvolti in patologie come l’Alzheimer ed il Parkinson?

“Stiamo osservando che, oltre che coi disturbi dell’apparato digerente, essi sono in rapporto con l’infiammazione e malattie del sistema immunitario.”

Per esempio?

“La sclerosi sistemica è caratterizzata da un profilo di flora intestinale che è tipico in quei malati e non nei soggetti sani.”

Qualche ricerca ha avanzato ipotesi anche sull’autismo.

“Il profilo del microbiota intestinale non è così tanto identificato, ma certo è diverso rispetto a quello dei bambini non autistici. È il primo campo in cui si è praticato il trapianto fecale, con successo. Spesso sono bambini che hanno problemi intestinali, oltre ad altri comportamentali. E sono migliorati. Lo studio è uscito l’anno scorso sui primi pazienti trattati.”

Come procede la vostra ricerca?

“Abbiamo dosato gli acidi grassi a catena corta, che sono prodotti nell’intestino e sono molto diversi nei volontari sani del campione di controllo. Ci vorrà del tempo per capire il meccanismo esatto. Intanto, nella ricerca di base, in laboratorio su topi transgenici, il prossimo anno faremo il trapianto fecale per testare l’attecchimento.”

Quale potrebbe essere questo meccanismo?

“I meccanismi che sono stati ipotizzati sono diversi. Uno è quello del nervo vago, un lunghissimo nervo che collega il cervello e l’intestino, responsabile della motilità intestinale. Inoltre esso interessa il cuore, controllando la frequenza cardiaca. Alcuni anni fa, su persone in cui il nervo vago era stato tagliato come terapia dell’ulcera, si è osservato che esse erano protette dal morbo di Parkinson, il che rappresentava qualcosa di inatteso. L’alfa-sinucleina, proteina responsabile del Parkinson, si deposita inizialmente nell’intestino.”

E non nel sistema olfattivo?

“Ci sono due ipotesi, che considerano l’inizio del Parkinson sia nella cavità nasale sia nell’intestino. Placche di alfa-sinucleina si depositano nei gangli intestinali prima di arrivare al cervello. Altre osservazioni, in altri pazienti, hanno riscontrato le placche nel bulbo olfattorio. Comunque sia, la neuro-degenerazione non parte nel cervello. Il processo di deposizione e tossicità è molto simile alla deposizione di altre proteine come amiloide, per estensione l’effetto dovrebbe essere analogo.”

Dicevamo del nervo vago…

“Esso induce la produzione di tante piccole molecole nel sangue, così come una gran parte di proteine in circolo non è il corpo umano a sintetizzarle, bensì il microbiota intestinale. Ce ne sono centinaia, di queste molecole, che non sappiamo come agiscano. Noi ne abbiamo dosate tre: acetato, butirrato propionato, acidi grassi a corta catena. Un’altra ipotesi dell’azione dei batteri verte sul sistema immunitario, e si rifà al suo sviluppo nel bambino. Nei topi che nascono e crescono in ambiente privo di batteri si osserva che da adulti hanno un sistema intestinale non funzionante, depresso. I batteri sono fondamentali dall’inizio della vita e questa interazione resta in memoria nel sistema immunitario. È inverosimile che il microbiota abbia un effetto così dirompente, di accedere il sistema immunitario, e poi basta. Sennò l’organismo avrebbe trovato il modo per liberarsene.”

Quanti miliardi sono?

“Dieci volte più delle cellule umano. In termini di geni, sono cento volte più dei geni umani. In ragione del peso, equivalgono a quello del cervello. Siamo sempre stati portati a pensare che i batteri siano qualcosa di irrilevante, ma non è così. Il 2 aprile prossimo, all’ospedale di Ginevra, si terrà il congresso scientifico incentrato sul microbiota. Si parlerà molto di sistema immunitario ed esperimenti sui topi nel morbo di Parkinson, poi di impatto del microbiota sulla microglia, ‘l’ambasciatore’ del sistema immunitario nel cervello. Ci sarà una presentazione sul microbiota orale, poiché una consistente colonia di batteri abita questa cavità prossima al cervello. Si parlerà del ruolo anti-batterico di beta-amiloide, la proteina che diventa tossica nell’Alzheimer, ma su cui un’attenta osservazione ci dice che ha una funzione anche protettiva contro i batteri. Infine, tratteremo del microbiota nella longevità, nell’invecchiamento sano.”

 

 

 

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