Alzheimer, primo farmaco contro i grovigli di tau
Alzheimer, una nuova formulazione di LMTM usata con successo contro i grovigli tossici della proteina tau se somministrato per via orale come unico farmaco
di Paola Serristori
Uno dei punti deboli della ricerca scientifica che sino ad oggi ha visto fallire le sperimentazioni di farmaci contro l'Alzheimer potrebbe essere stato l'errore nella selezione dei partecipanti o nella somministrazione della terapia. Una nuova formulazione di LMTM, composto di blu di metilene (sviluppato da TauRx Therapeutics Ltd.), che la rende più facile da assorbire ad alte dosi (150-250 mg al giorno), è stata usata con successo contro i grovigli tossici della proteina tau se somministrato per via orale come unico farmaco. “Dalle ricerche impariamo tanto nella lotta contro l'Alzheimer e le demenze, sia per il trattamento, sia sullo stile di vita che aiuta il cervello a mantenersi attivo, che nel disegno della sperimentazione”, commenta Maria Carrillo, leader scientifico di Alzheimer's Association. La differenza dell'esito della sperimentazione in Fase 3 è significativa, come ha riferito lo scienziato Serge Gauthier, Departments of Neurology & Neurosurgery, Psychiatry, Medicine, e Director Alzheimer Disease and Related Disorders Research Unit, McGill University Research Centre for Studies in Aging, Verdun, Canada. La sperimentazione è avvenuta su 891 volontari con lieve o moderato Alzheimer, in prevalenza donne, età media 70.6 anni. Tra loro 757 seguivano un trattamento approvato per attenuare la demenza. Lo studio è stato condotto in 115 centri tra Europa, Asia, America del Nord, Russia, per quindici mesi. Una parte dei partecipanti seguiva già una terapia approvata per attenuare l'Alzheimer. Il nuovo farmaco non ha prodotto effetti se associato alla terapia in corso. Invece coloro che hanno assunto esclusivamente LMTM hanno aumentato la funzione cognitiva, l'abilità funzionale, rispetto ai punteggi riportati ai test iniziali ed ogni tredici settimane. Il miglioramento risultava visibile persino dalla condizione di atrofia cerebrale misurata con risonanza magnetica. Gli effetti secondari più comuni sono stati i disturbi gastrointestinali, problemi del sistema nervoso, infezioni, disturbi renali ed urinari.