Diabete: le donne rischiano più degli uomini perché sottostimano la malattia
Donne e diabete: le donne hanno un tasso di mortalità più alta legata al diabete perché ne sottovalutano i rischi
Diabete: le donne muoiono di più degli uomini per colpa del diabete
La mortalità causata dal diabete è più alta nelle donne rispetto agli uomini, questo accade perché le donne sottovalutano i rischi che il diabete porta con sé.
A dirlo la Sid – Società italiana di Diabetologia in occasione del convegno nazionale “Panorama Diabete” in corso in questi giorni a Rimini.
La Sid ha infatti presentato un documento relativo alla differenza nel diabete tra donne e uomini in termini di presentazione clinica, diagnosi, terapia e prevenzione, giungendo così ad una conclusine chiara: le donne diabetiche presentano una maggiore mortalità legata alle complicanze da diabete e sono meno inclini degli uomini a mantenersi sotto gli standard di rischio.
Dichiara Giorgio Sesti, presidente Sid:
“Quasi tutti i rischi legati al diabete nelle donne sono più alti del 30% o anche raddoppiati, ma questo aumento altissimo di rischio non è percepito dai medici né tanto meno dalle pazienti".
Diabete: nelle donne diabetiche il rischio cardiovascolare è maggiore che negli uomini diabetici
Negli ultimi decenni la mortalità per malattie cardiovascolari si è andata progressivamente riducendo. Merito di un miglior controllo dei fattori di rischio e dell’introduzione di nuovi trattamenti. Anche in questo caso il calo è stato minore nelle donne diabetiche rispetto agli uomini (rispettivamente 23% e 17%).
Aumentano sensibilmente, infatti, tra i malati di diabete il numero di donne rispetto a quello degli uomini che presentano coronaropatie e ictsu. Rispetto agli uomini le donne con diabete hanno un rischio di coronaropatia aumentato del 44%.
Una probabile causa sta nel fatto che le donne diabetiche non riescono a controllare i fattori di rischio cardiovascolare tanto efficacemente quanto gli uomini. Tra i muri da abbattere vi è l’errata percezione che le donne abbiano un rischio cardiovascolare più basso. Si assiste inoltre ad una disparità di sesso nel trattamento con farmaci antipertensivi. Nelle donne, inoltre, l’aspirina potrebbe avere un’efficacia anti-aggregante minore che negli uomini.