Medicina
Ricerca e salute, a Giuseppe Remuzzi e Luigi Santini il Premio Remigio Paone
Il riconoscimento ai due clinici per l'impegno profuso nel campo scientifico e nella didattica. A Formia, città natale del regista e produttore, la premiazione
Il Premio Remigio Paone per l’impegno profuso nel campo della medicina e della ricerca scientifica va al chirurgo oncologo Luigi Santini e al nefrologo Giuseppe Remuzzi. Istituito nel 2017 a Formia, città natale del produttore e regista di spettacoli, la terza edizione del Premio ha infatti cambiato volto proiettando lo sguardo non solo verso l’arte e lo spettacolo, ma anche verso la ricerca scientifica, la cultura, l’imprenditoria e l’impegno sociale.
Direttore dell’Istituto ricerche farmacologiche Mario Negri dal 2018, Giuseppe Remuzzi ha affiancato al lavoro clinico in ospedale un’intensa attività didattica e di ricerca. Da quando l’Istituto ha aperto la sua sede a Bergamo, coordina tutte le attività di ricerca dalla città bergamasca e dal 1992 del Centro di ricerche cliniche per le malattie rare ‘Aldo e Cele Daccò’ a Ranica (Bg). La sua attività scientifica riguarda soprattutto le cause delle glomerulonefriti e i meccanismi di progressione delle malattie renali. Remuzzi ha anche fatto molti studi nel campo del rigetto del trapianto. In questo settore i suoi studi e dei suoi collaboratori hanno dimostrato per la prima volta che è possibile ottenere nell’animale la sopravvivenza indefinita di un organo incompatibile senza farmaci antirigetto “educando” il timo a riconoscere l’organo trapiantato come proprio. Le ricerche più recenti riguardano le possibilità di rigenerare i tessuti e creare organi in laboratorio utilizzando cellule staminali.
Professore ordinario di Chirurgia generale ed oncologica presso l’università della Campania Luigi Vanvitelli, classe 1950, Luigi Santini (nella foto) è autore di circa trecentocinquanta pubblicazioni scientifiche suffragate da un’intensa attività didattica. La Società nazionale di Scienze, Lettere ed Arti lo ha infatti insignito nei mesi scorsi del titolo di Accademico per le Scienze mediche. Un riconoscimento dovuto al suo impegno nel campo di una Sanità “in cammino”, vicina alla gente e al territorio. Tanto che è tra i promotori della piattaforma regionale per lo studio e la cura delle neoplasie pancreatiche e una decina di anni fa è stato designato dalla Regione Campania come esperto in problemi socio sanitari nel comitato della Lega italiana per la lotta ai tumori. Un impegno contrassegnato da una considerazione etica: la Sanità non può essere amministrata basandosi esclusivamente su logiche gestionali e finanziarie, ma deve fondarsi sulla centralità del paziente e sull’umanizzazione delle cure.