Medicina

Medicina, operazione al cervello da sveglio: l'intervento chirurgico riesce

Un giovane musicista è stato operato al cervello da sveglio, mentre suonava la chitarra acustica e il tamburello a mano. All'ospedale Molinette della Città della Salute di Torino l'operazione è stata effettuata con la tecnica asleep-awake nella Neurochirurgia universitaria, per monitorare la creatività del paziente mediante il suono di strumenti musicali in sala operatoria.    

All'intervento è stato sottoposto un 35enne, polistrumentista e compositore della band torinese 'La stanza di Greta', vincitrice nel 2017 della Targa Tenco per la migliore opera prima, che aveva un'estesa neoformazione a livello del lobo temporale e insulare destro.

L'intervento richiedeva di preservare, con la massima probabilità possibile, le sue abilità creative e di improvvisazione musicale, cardine fondante della sua vita privata e lavorativa. 

L'équipe di Neurochirurgia dedicata all’awake surgery ha pianificato, in accordo con il paziente, l’intervento che è stato eseguito, in collaborazione con gli anestesisti dell'Anestesia e Rianimazione ospedaliera (diretta dal dottor Roberto Balagna) e degli psicologi della Psicologia Clinica ed oncologica universitaria (diretta dal professor Giuliano Geminiani). 

Dopo la prima fase in narcosi, durante la quale è stato eseguito l’accesso chirurgico, il paziente è stato risvegliato in sala e si è proceduto con il brain mapping per identificare un’area corticale 'safe' da cui iniziare ad aggredire la lesione. Durante il brain mapping il paziente ha alternato alla testistica 'classica' somministrata dalla neuropsicologa, momenti di improvvisazione ed esecuzione di brani musicali con ausilio di chitarra acustica e tamburello a mano. 

Il monitoraggio è proseguito anche durante l’exeresi (asportazione chirurgia) tumorale secondo i criteri della 'maximal safe resection'. Durante tutta la procedura e al termine il paziente non ha riportato alcun deficit, il controllo post operatorio ha dimostrato il buon esito.

Non è stata la prima volta che l'équipe delle Molinette ha utilizzato questa metodica, quella della chirurgia a paziente sveglio, sfruttando la possibilità di testare le cosiddette 'funzioni superiori' dell’essere umano in sala operatoria, durante la rimozione di selezionate lesioni espansive cerebrali, per ottenere un’exeresi massimale con minimi rischi di deficit neurologici permanenti per il paziente, monitorandone, tramite opportuna testistica,  funzioni come linguaggio, insight, abilità visuo spaziali, non altrimenti monitorabili in condizioni di narcosi.