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Medicina
Sanità, 100mila turni a gettone. Reparti affidati a neolaureati e ultra 70enni

Sanità allo sbando. Ecco cosa sta succedendo e i rischi che corriamo

Allarme sanità in Italia. Negli ospedali e nei pronto soccorso la situazione è ormai precipitata e la soglia critica è stata superata. Oltre 100mila turni in un anno per un fenomeno ormai sempre più senza regole. Gli errori commessi in vent’anni di politica sanitaria - si legge nel Dataroom di Milena Gabanelli sul Corriere della Sera - sono oggi la causa di un fenomeno che, senza contromisure immediate, rischia di paralizzare il servizio sanitario nazionale: la mancanza di specialisti e la conseguente diffusione, senza regole, dei medici a gettone. Gli ospedali per coprire i buchi di organico appaltano alle cooperative, che i medici invece li hanno perché ingaggiano neolaureati, pensionati, liberi professionisti e chi ha lasciato il servizio sanitario perché stremato e sottopagato. I gettonisti sono pagati per i turni che svolgono, di solito 12 ore la notte, nei fine settimana e nei festivi. Ecco le dimensioni del fenomeno nelle principali regioni del Nord Italia: solo nel 2022 i turni appaltati in Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia-Romagna superano i 100mila. Vediamo cosa nasconde questo numero e perché è stata superata la soglia d’allarme.

Da questa fotografia inedita emerge che - prosegue il Corriere - alla carenza di medici per i turni d’emergenza in Pronto soccorso, in Ostetricia e in Pediatria si affianca una mancanza di medici che si sta estendendo anche alle altre specialità. È la riprova dei danni fatti negli anni dal blocco del turnover, i continui tagli alla sanità e da una programmazione sbagliata sul numero di medici da formare. Ma non finisce qui. Tra gli ospedali in difficoltà per i buchi di organico spesso ci sono i più piccoli, scarsamente attrattivi per i medici e con pochi pazienti. La conferma del rischio di inadeguatezza del servizio offerto arriva da un’indagine dei Nas che dalla metà di novembre ai primi di dicembre ha svolto verifiche a campione su 1.525 medici delle cooperative in tutta Italia. Risultato: sono stati trovati dottori arruolati in ostetricia senza nessuna formazione per fare i parti cesarei, altri in Ps senza avere competenze in Medicina d’urgenza, ultra 70enni, o già dipendenti di altri ospedali che facevano di nascosto i doppi turni per la cooperativa.

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