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Migranti.12000 venezuelani in Madrid nel primo semestre del 2019
Cultura e professionalità i segreti dell’integrazione
12000 è il numero, altissimo, di migranti venezuelani che, nel primo semestre del 2019,secondo l’Ufficio Spagnolo di Statistica sulle migrazioni, sono arrivati nella Regione di Madrid,
E’ un numero che sorprende soprattutto se paragonato al numero di migranti ( quasi similare) che dal Nordafrica sono arrivati in tutto l’anno passato sulle nostre coste e nemmeno tutti si sono fermati in Italia.
Certo i numeri sono quasi uguali ma nemmeno si può’ dimenticare le differenze tra i profili di migranti soprattutto per quanto riguarda preparazione scolastica e formazione professionale.
12000 venezuelani nella Regione di Madrid in un solo semestre
Ovviamente i primi arrivano da un Paese ora alla fame ma che, in un passato non lontano, era fra i più ricchi al mondo. Arrivano molto spesso con lauree e buona formazione professionale e soprattutto con capacità di fare impresa.
I secondi, sulle nostre coste, arrivano spinti da anni di fame e guerre con l’unico bagaglio al seguito pieno di drammi e dolore.
In ogni caso quella dei venezuelani non è una migrazione,ma una vera e propria diaspora, pacifica e colta che ha dato valore aggiunto ad una parte del paese iberico.
Oggi, dal 2008, si sono insediati nella Regione numeri di persone che sorpassano le 100000 unità.
Dal 2015 sono fuggiti dal Venezuela e soprattutto dal chavismo di Maduro qualcosa come 5 milioni di persone che si sono distribuite negli Stati Uniti, in America Latina e in Europa.
E quest’anno, visto che l’esodo non si è fermato, il numero potrebbe superare i 6,5 milioni di unità.
12000 venezuelani nella Regione di Madrid in un solo semestre
Se prima del 2015 arrivavano in Spagna giovani venezuelani ricchi o giovani professionisti che volevano fare carriera nel paese straniero adesso la situazione sta rapidamente cambiando e si sta modificando il profilo del migrante venezuelano, sempre più vicino alla figura del ‘migrante’ per bisogno.
Arrivano padri e nonni di gente che vive da tempo in Spagna soprattutto per avere assistenza sanitaria e medicine che, nell’ex paese più ricco del mondo, ora mancano.
Arrivano giovani con una buona preparazione universitaria che si mettono a lavorare come camerieri per poter aiutare la famiglia che non riesce ad uscire dal Venezuela e stenta a vivere pur svendendo a quasi il 70% le proprietà immobiliari ( se ha la fortuna di possederle) per poter campare con un’inflazione da Repubblica di Weimar.
Ma la verità è che nel DNA dei venezuelani ci sono i geni che stimolano la voglia di darsi da fare e di dimenticare il dramma passato.
E così sono moltissimi i giovani che stanno cominciando a creare piccole/ grandi attività, soprattutto nel settore della ristorazione. Molti infatti sono i ristoranti di pesce gestiti, nella Regione spagnola, da venezuelani.
Unico vero problema è quando la parte sana del Venezuela che è riuscita a fuggire, magari senza soldi ma con voglia di piantare radici, incontra in Spagna gli ex chavisti scappati dal paese con le grandi fortune frutto di corruzione.
Fortune investite in immobili e imprese.
Sono realtà dolorose ma con le quali, purtroppo, è impossibile non convivere.
La verità è che i venezuelani migranti hanno bisogno di un periodo di adattamento al nuovo Paese. Un periodo, a volte doloroso, che mediamente è di circa tre anni. E’ infatti difficile, se non impossibile, far crescere un’attività in un paese quando si tiene il cuore in un altro.
Ovviamente come in ogni parte del mondo, anche in Spagna, i ricchi sono quelli più ben accetti e possono comperarsi residenza legale, mentre per tutti gli altri si apre il lungo percorso della richiesta di asilo.
In ogni caso in Madrid si sta vedendo come, pur in presenza di numeri importanti, la migrazione possa dare valore alla Regione che la ospita.
Soprattutto quando questa migrazione è fatta di gente mediamente preparata professionalmente e acculturata.