Dalle Amministrative un segnale al governo: occorre cambiare
I risultati delle elezioni comunali 2016 danno un forte messaggio al governo: bisogna cambiare per garantire la tenuta del governo e l'esito del referendum di o
Come previsto il Pd perde le amministrative e l'elettorato, il suo elettorato, mando un chiaro segnale: così non è più possibile continuare ed occorrono sostanziali cambiamenti per garantire la tenuta del governo e l'esito del referendum di ottobre.
Il caso più eclatante, sia pur ampiamente previsto, è quello di Roma dove la candidata del Movimento 5 Stelle, Virginia Raggi, ha battuto nettamente il candidato del Pd Giachetti; l'elettorato ha punito Mafia Capitale e la vicenda di Marino considerando il partito del premier come principale responsabile della situazione creatasi.
I Cinque Stelle stasera perdono l'innocenza e con la conquista della Capitale d'Italia devono ora dimostrare di saper governare schiodandosi da una comoda opposizione: Roma è una delle città più difficili del mondo, sede di una religione bimillenaria, estesissima e piena di problemi e contraddizioni.
Da domani la Raggi, che vive in una borgata (Ottavia) estrema di Roma, dovrà dimostrare di non essere la "Biancaneve" ma una donna (la prima Sindaco di Roma) capace di governare una delle città più importanti del mondo e questo sarà il primo vero banco di prova che permetterà di testare sul campo l'effettiva tenuta del partito di Grillo in vista, se l'esperimento andrà bene, della sfida per il governo della nazione; viceversa, se l'esperimento andrà male occorrerà prendere atto della distanza tra intenzione e realtà.
Non ha aiutato obiettivamente il Pd l'ultimo tentativo di inguaiare la Raggi con una improbabile storia amministrativa che la vedrebbe coinvolta in una consulenza non dichiarata; anzi, l'improvvida mossa ha convinto chi era indeciso ad andare a votare per la candidata Grillina.
In ogni caso i cittadini hanno scelto ed ora non resta che vedere cosa accadrà.
E' auspicabile che nel Pd romano si faranno i conti con personaggi che da anni gravitano nelle alte sfere del partito nella capitale, come il già rutelliano Luciano Nobili, coordinatore della campagna elettorale di Giachetti e sotto la cui co -gestione è avvenuta Mafia Capitale, il caso Marino e da ultimo questa sconfitta amministrativa.
Non è ammissibile che Renzi si tenga chi lo ha portato alla sconfitta.
Anche Orfini, già Giovane Turco di rito dalemiano dovrà, politicamente, rendere conto del disastroso tracollo romano visto che, a questo punto, l'atto notarile da lui orchestrato contro il Sindaco Marino ha ora il sapore dell' harakiri, visto che non è servito assolutamente a dare una immagine ripulita del partito.
Per quanto riguarda le altre città l'esito di Napoli era scontato in uno spareggio de Magistris - centro - destra che non era altro che una replica delle precedenti amministrative. Sarà ora interessante veder cosa farà De Magistris dopo il voto e cioè di cosa si tratterà il suo movimento civico nazionale che prenderà il posto degli "arancioni" con cui aveva vinto la volta scorsa.
A Torino invece Fassina perde contro l' Appendino e questa, a mio parere, è una sconfitta da tenere ben presente in una realtà fortemente industrializzata come quella piemontese: si tratta di quel voto operaio da cui il Pd si è progressivamente allontanato negli anni fino a rappresentare qualcosa di diverso.
A Milano vince di poco il centro - sinistra di Sala sul candidato del centro - destra Parisi; una vittoria di misura che non serve a mitigare il quadro complessivo.
A Bologna si registra l' unica, scontata, vittoria del Pd in una delle cinque città chiamate al voto; tuttavia questo risultato è poco significativo data la consistenza numerica di cui ha sempre goduto storicamente il centro - sinistra nella città anche se di questi tempi Renzi fa bene a non buttare via nulla.
Alla luce di questi risultati il premier deve riflettere attentamente soprattutto in vista del referendum costituzionale: proseguire sulla vecchia via è assolutamente suicida; i cittadini non si fidano più e vogliono risultati concreti e non parole. La gente comune non è assolutamente interessata ai proclami dell' Istat ma lo è molto invece ai negozi che chiudono, al lavoro che non si trova , ai giovani disoccupati, agli anziani espulsi dal processo produttivo.
Le chiacchiere, caro Renzi, non bastano più. La gente vuole risultati, cose concrete che può vedere e toccare la mattina da quando fa colazione al bar, al mercato, al lavoro, in banca e soprattutto nei servizi di una amministrazione burocratica borbonica che non ha eguali nel mondo occidentale e ricorda da molto vicino quella sovietica. La corruzione endemica ma soprattutto i membri del partito di maggioranza coinvolti spesso in inchieste giudiziarie non sono un buon viatico per questo governo che deve dare netti segnali di discontinuità per continuare. Nel campo dell'ambiente, ad esempio, c'è una importante e strategica commissione che fa da filtro preventivo ai passibili danneggiamenti e al malaffare: si tratta della Commissione di Valutazione di impatto Ambientale ("VIA"). Ebbene questa commissione è scaduta da ben due anni ma il Ministro Galletti non la rinnova facendo "orecchie da mercante" sebbene abbia avuto diversi arrestati e molti consiglieri in evidente conflitto di interesse; sono state fatte interpellanze parlamentari, denunce in Procura e al magistrato Anticorruzione Raffaele Cantone con risultati nulli. Cambiare questo stato di cose sarebbe un segnale apprezzato dall'opinione pubblica.
La vicenda poi dei petroli della Basilicata dell' ex ministro Guidi e del relativo "marito" pare ora scomparsa dai radar dei media mentre ci sono ancora moltissime cosa da chiarire come ancora c'è da chiarire la vicenda della Banca Etruria e della più recente Banca di Vicenza.
Renzi non sottovaluti questi segnali e dia risposte esaurienti: è l'unico modo che ha per continuare il suo processo di cambiamento radicale dell' Italia.
Se riuscirà a vincere la sua hybris potrà ancora andare avanti; altrimenti dovrà rassegnarsi a passare il potere dopo un effimero regno di pochi anni.