Politica
Ong, appello contro Matteo Salvini: “Non lasciatelo vincere"
Le Ong scrivono al governo federale di Germania e minacciano l’Italia
Appello delle Ong: “non lasciate vincere Matteo Salvini”
Ieri il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini ha postato sui social una notizia che ha dell’incredibile: “Petizione delle navi Ong: “non lasciate vincere il ministro dei trasporti italiano, Matteo Salvini”. Aver difeso i confini e la sicurezza del Paese non è un “gioco” ma un dovere che mi sta costando un processo, dove rischio fino a 15 anni di carcere. Fermare i trafficanti di esseri umani, grandi e piccoli, con tutti i mezzi possibili. P.s. Se le “Ong” battenti bandiera straniera ci tengono tanto, possono effettuare gli sbarchi nel loro Paese. Sbaglio?”
La “petizione” viene come al solito dalle Ong tedesche che solcano il Mediterraneo da decenni e pensano di avere una sorta di primogenitura dello scarico dei migranti in Italia invece di portarseli nei propri porti germanici. Trattasi naturalmente di migranti senza documenti ripresi dal mare. Ma poiché ora l’Italia si è finalmente dotata di leggi adeguate, si trovano sempre più spesso sanzionate e quindi strillano alla lesa maestà. La loro strategia è mutata e cercano il coinvolgimento diretto del loro governo che dovrebbe agire contro il governo italiano.
Ong scrivono al governo federale di Germania e minacciano l’Italia
Il Giornale riporta il caso di un gruppetto di navi “corsare”, dei masanielli del mare, che hanno dato adito alla protesta. Trattasi di #LeaveNoOneBehind, Sea-Eye E.v., Sea-Watch e.V, United4Rescue e.V., SOS Humanity e.V., r42 - Sail And Rescue, Mare*Go e Sos Mediterranee, tutte imbarcazioni ormai ben note nel nostro Paese. La nuova pasionaria del mare è invece tal Julie Schweickert, nome tetesko ti Germania, come da regolamento, che è la capa della Ong Sea-Eye la cui imbarcazione è ferma nel porto di Reggio Calabria, sotto fermo amministrativo di sessanta giorni, come previsto dalle leggi italiane. Nel documento redatto con il solito stile perentorio e autoritario le Ong vogliono utilizzare un provvedimento di sospensione decretato da un giudice di Crotone. "Il nostro stato di bandiera, la Germania, deve ora lavorare con tutti i suoi mezzi per garantire che anche le altre navi vengano liberate rapidamente".
Trattasi di due navi tedesche che hanno violato il decreto Piantedosi. Il comunicato è nello stile “rivoluzionario” sessantontesco e minaccia l’Italia: "Che l'Italia sanzioni l'azione di navi sotto bandiera tedesca in acque internazionali non è lecito! La Germania come Stato di bandiera e, soprattutto, il ministro federale dei Trasporti, Volker Wissing, come ministro responsabile che si occupa delle questioni di navigazione, sono responsabili". Insomma, i masanielli del mare cercano di fare propaganda per la sinistra alle prossime elezioni Europee di giugno, attaccando il loro ministro federale dei trasporti. La pasionaria rossa dei sette mari non si ferma qui e parte la solita accusa di “fascismo”. "Il governo tedesco deve anche posizionarsi chiaramente contro le azioni dell'Italia, perché il governo post-fascista di Meloni legittima che le persone vengano deportate nel Paese della guerra civile, la Libia".
Sorge una nuova masaniella del mare: “la signora Giulia”
"Non lasciate che il ministro dei trasporti italiano, Matteo Salvini, che parla del salvataggio in mare come "taxi del mare", vinca il suo gioco, che costa vite umane". Il governo federale tedesco non solo non ha minimamente risposto al delirante comunicato ma si guarda bene dall’intervenire sulla sovranità di uno Stato libero e indipendente come l’Italia. E poi il gran finale in cui la sconosciuta bucaniera dei mari, “Julie la Rossa”, ci dice che si è stufata dell’Italia: "Julie Schweickert ora ne ha avuto abbastanza e sta combattendo con molti alleati. È importante opporsi ad alta voce ai fascisti in Italia". Gli italiani, il governo, il ministro Salvini prendono contriti atto che la signora Giulia “ne ha avuto abbastanza” e detto questo arrotolano il comunicato e -in questi tempi ambientalisti di rispetto per gli alberi- lo destinano ad un miglior uso, di tipo igienico per intenderci.