Politica

Arianna Meloni, Mulé (FI): "Siamo alla barbarie del pre-pre-avviso di garanzia"

Di Alberto Maggi

"Per anni noi di Forza Italia siamo stati spesso isolati a denunciare questa deriva o ad essere derisi". Intervista al vicepresidente della Camera di FI

Caso Arianna Meloni, Mulè: "In questo Paese non si aspetta neanche l'iscrizione nel registro degli indagati o un avviso di garanzia per lanciare accuse" 


"Oramai questo è diventato un Paese dove non si aspetta neanche l’iscrizione nel registro degli indagati o un avviso di garanzia per lanciare accuse ovviamente in barba alla presunzione di innocenza: siamo arrivati alla barbarie del pre-pre-avviso di garanzia". Lo afferma ad Affaritaliani.it Giorgio Mulé, vicepresidente della Camera di Forza Italia, sulle voci di un'inchiesta su Arianna Meloni, sorella della premier Giorgia Meloni, per traffico di influenze. 

"Per anni noi di Forza Italia siamo stati spesso isolati a denunciare questa deriva o ad essere derisi. D’altronde questo è il Paese dove, nonostante tre Procure a ogni latitudine abbiano chiesto e ottenuto più volte dopo anni di indagini di archiviare le inchieste sul ruolo di Berlusconi nelle stragi di anni ‘90, si continua a indagare senza vergogna su quei fatti anche dopo la morte del nostro leader".

"La storia tutta italiana del pre-avviso di garanzia ad Arianna Meloni serva dunque di lezione a chiunque agita lo spettro della superiorità etica e morale della Magistratura per decidere le sorti del Paese soprattutto quando si è nella fase delle indagini preliminari, figurarsi quando si sguazza nella palude putrida del sospetto senza prove. Un errore storicamente commesso dalla sinistra, dai giustizialisti a 5stelle e in alcuni casi persino dai nostri stessi alleati. Non dimentico che in epoche recenti si preferì non procedere ad alcune nomine per indagini allo stato preliminare poi sfociate in nulla o addirittura soltanto sulla scorta di chiacchiere senza fondamento finite nel tritacarne del web o nei social. Ne facciano tutti tesoro", conclude Mulé. 

Caso Arianna Meloni, Anm: "Attacchi pericolosi" 

"Quello in corso è l'ennesimo attacco alla magistratura, volto a delegittimarla adombrando presunti complotti. Un esercizio pericoloso che indebolisce le istituzioni repubblicane e danneggia l'intero Paese". Così l'Associazione nazionale magistrati in una nota, in riferimento alle dichiarazioni della premier Giorgia Meloni su possibili indagini a carico della sorella Arianna Meloni.

Arianna Meloni, Renzi: "Paese in mano a parentocrazia, la premier non dia lezioni"

"La mia critica al Governo è politica: abbiamo un Paese in mano alla parentocrazia tra premier, sorelle e cognati. Questa concentrazione di parenti esiste solo in Italia e in Corea del Nord. Ma questo non c'entra nulla con l'eventuale avviso di garanzia a Arianna". Lo afferma il leader di Iv Matteo Renzi, nella sua e-news, in merito alle accuse di FdI. "Come fa Sallusti a sapere di un avviso di garanzia ad Arianna Meloni? Ha doti di profezia o c'è una fuga di notizie? Oppure è solo una tattica per non rispondere nel merito? Giorgia Meloni non può dare lezioni di garantismo - aggiunge - Renzi -. Giorgia Meloni è stata giustizialista con mia madre, mio padre, mio cognato, i miei amici, i miei finanziatori; è stata giustizialista con chiunque non avesse un legame di parentela o di amicizia con lei. E adesso ci fa la morale sul garantismo? Proprio Giorgia Meloni? Ma dai. Lei può darci lezioni di giustizialismo, non di garantismo. O può darci lezioni di vittimismo - sottolinea l'ex premier - , materia su cui potrebbe tenere un master all'università".

 "Oggi i quotidiani dedicano ampio spazio alle polemiche dei Fratelli d'Italia e delle Sorelle Meloni contro di noi. Ormai la storia la sapete tutti e comunque in questo link sul canale WhatsApp dove viene ricostruita tutta la storia. Abbiamo richiesto che il Governo risponda in aula sui criteri delle nomine in RAI, in FS e nelle altre società di Stato. La risposta di Fratelli d'Italia è stata prima una scarica di insulti contro Italia Viva e la sua gente (definita "muta di cani" al servizio di "un boss di provincia"): io trovo gravissimo che pur di non rispondere alle interrogazioni parlamentari quelli di Fratelli d'Italia si siano buttati sulle offese. In democrazia la maggioranza governa, l'opposizione controlla. Poi, ancora più grave, la Meloni e i suoi hanno iniziato a gridare al complotto. Penso sia il ventunesimo complotto denunciato dalla Premier". Lo dice il leader di Iv Matteo Renzi, nella sua e-news, in merito alle accuse di FdI. "Con questo Governo ormai ci sono più complotti che riforme - aggiunge Renzi - . E il complotto sarebbe un complotto organizzato da me e da Italia Viva con i magistrati e i giornalisti per far indagare Arianna Meloni, utilizzando il metodo Palamara. Questo ci viene spiegato dalla coppia Sallusti-Donzelli"

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