Politica
"Autonomia legge entro le Europee". La Lega tiene il Veneto (Zaia o non Zaia)
Autonomia, dopo l'ok al Senato già la Lega guarda alla Camera. Molinari: "Ok definitivo prima delle elezioni europee"
Nel caso in cui non ci fosse l'eliminazione del vincolo dei due mandati, la Lega sarebbe pronta a candidare in Veneto Roberto Ciambetti, attuale presidente del consiglio regionale, con Zaia...
La Lega si aspetta il via libera all'autonomia anche da parte della Camera, quindi definitivo, prima delle elezioni europee? "Sì", risponde in modo secco, chiaro e deciso il presidente dei deputati leghisti Riccardo Molinari ad Affaritaliani.it nel giorno in cui il Senato è chiamato ad approvare la Legge Calderoli che applica il Titolo V della Costituzione, riformato nel 2001 dal Centrosinistra, e consente alle regioni di chiedere e ottenere autonomia dallo Stato su diverse materie.
Il tema dell'autonomia è strettamente legato a quello delle candidature per le elezioni regionali. Il Carroccio, con un gesto di generosità in favore dell'unità della coalizione di Centrodestra, ha rinunciato alla ricandidatura di Christian Solinas in Sardegna, al di là dell'inchiesta giudiziaria, per appoggiare il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu, di Fratelli d'Italia. Non solo, la Lega non farà nemmeno battaglia per la Basilicata dove, Fratelli d'Italia permettendo, il candidato sarà l'uscente Vito Bardi, Forza Italia, come in Piemonte Alberto Cirio, esponente sempre del partito fondato da Silvio Berlusconi.
Per la Lega quello dell'autonomia è un tema fondamentale. In Veneto, ad esempio, cuore storico della Lega federalista, alle Politiche 2022 il Carroccio ha preso meno della metà dei voti di Fratelli d'Italia. E la riforma Calderoli approvata prima delle Europee serve proprio per cercare di recuperare consensi al Nord - Veneto e Lombardia in testa - alle elezioni europee dell'8-9 giugno. In cambio la Lega si accontenta della riconferma di Donatella Tesei in Umbria, mai messa in discussione, in attesa della grande sfida del Veneto nel 2025.
L'obiettivo della Lega è quello di eliminare il vincolo del doppio mandato e consentire al governatore più amato d'Italia di potersi ripresentare alle elezioni e procedere con l'attuazione dell'autonomia approvata dal Parlamento. Forza Italia si è detta contraria ma Fratelli d'Italia non ha escluso di poter intervenire. E il via libera atteso a giorni da parte del Cdm sulla possibilità del terzo mandato per i sindaci fino a 15 mila abitanti è un primo segnale in quella direzione voluta dalla Lega.
Qualche giornale ha scritto che Matteo Salvini vuole il terzo mandato di Zaia perché lo teme come competitor per la segreteria e la leadership della Lega. Ma chi conosce il presidente del Veneto sa perfettamente che non ha assolutamente in mente un impegno nazionale. Nel caso in cui non ci fosse l'eliminazione del vincolo dei due mandati, la Lega sarebbe pronta a candidare in Veneto Roberto Ciambetti, attuale presidente del consiglio regionale, con Zaia che, candidato con la sua lista, diventerebbe lui il presidente del consiglio regionale controllando così l'attuazione dell'autonomia regionale e facendo da governatore ombra.
Fonti di Fratelli d'Italia affermano di non voler "umiliare" la Lega e, salvo risultati disastrosi alle Europee, la Lega avrà il candidato in Veneto nel 2025. Che sarà lo stesso Zaia se ci saranno le condizioni per approvare la legge che consenta il terzo mandato oppure Ciambetti con l'attuale governatore presidente del consiglio regionale.