Politica
Berlusconi presidente della Repubblica. Il piano. I numeri. La votazione
Berlusconi al Quirinale, Rotondi sicuro: "Alcuni Pd e M5S voteranno per lui"
A Silvio Berlusconi mancano 51 voti per diventare presidente della Repubblica e succedere a Sergio Mattarella. L'incontro tra i tre leader del Centrodestra di ieri a Villa Grande, nuova dimora dell'ex Cavaliere a Roma, ha deciso che la coalizione si muoverà "compatta e per tempo per preparare i prossimi appuntamenti elettorali e politici, con particolare attenzione all’elezione del prossimo Presidente della Repubblica". Traduzione: Lega e Fratelli d'Italia sono pronti a sostenere la candidatura, ormai praticamente sicura, di Berlusconi al Quirinale nel febbraio del prossimo anno. E' probabile che convergeranno anche le altre forze minori del Centrodestra, come Coraggio Italia, l'Udc e Noi con l'Italia.
Il Pd non si è ovviamente ancora espresso in modo ufficiale, anche perché è troppo presto e formalmente l'ex Cav non è sceso in campo, ma è scontato il no di Enrico Letta. Così come ci sono pochi dubbi che il M5S di Giuseppe Conte, oltre a LeU, si schieri contro l'ipotesi del presidente di Forza Italia Capo dello Stato. Ma l'ultimo democristiano in Parlamento, Gianfranco Rotondi, assicura che nelle conversazioni private, a microfono spento, sono tanti i parlamentari Pd e anche M5S che stimano Berlusconi e che nel segreto dell'urna potrebbero votarlo senza problemi.
Per esseri eletti alla presidenza della Repubblica, nei primi tre scrutini serve la maggioranza dei due terzi (672 voti), mentre dalla quarta votazione in poi basta la maggioranza assoluta, cioè il 50 per cento più uno (505 voti). Alla Camera i deputati di FI sono 88, 132 della Lega, 36 di Fratelli d'Italia, 15 di Cambiamo! e Noi con l'Italia e almeno 15 su 78 del Misto potrebbero votare l'ex Cavaliere. Al Senato gli azzurri berlusconiani sono 52, 64 i leghisti, 20 i meloniani e almeno 12 i senatori del Misto pronti a sostenere l'ex premier.
Non va poi dimenticato che ci sono 58 delegati regionali per l'elezione del Capo dello Stato: tre per ogni regione tranne uno per la Valle d'Aosta. E siccome 15 regioni su 20 sono guidate dall'alleanza Lega-FdI-FI è probabile che i delegati di Centrodestra, pronti quindi a scrivere il nome di Berlusconi sulla scheda, siano almeno 35 su 58. Il totale dei voti sulla carta per l'ex Cavaliere arriva a quota 454, ovvero 51 in meno rispetto al quorum della maggioranza assoluta (505) necessario dal quarto scrutinio.
Se poi ipotizzassimo un accordo con Matteo Renzi (una sorta di riedizione rivista del Patto del Nazareno) aggiungendo i 45 voti di Italia Viva arriveremmo a quota 499, ovvero mancherebbero solo sei voti per far scattare l'elezione di Berlusconi al Quirinale. Certo, non è facile e la strada è tutta in salita, ma alla fine Renzi potrebbe anche scegliere Berlusconi per evitare Mario Draghi al Colle e il rischio concreto di elezioni anticipate nel 2022. E così restano quei sei voti che, a sentire Rotondi, si trovano molto, molto facilmente...