Politica
Berlusconi, l’epoca del TG5 è finita. Nella generazione Netflix non ha appeal
Berlusconi: “Senza di me Lega al suicidio”. Ma l’epoca del TG5 è finita
Di Andrea Lorusso
Berlusconi non è mai finito politicamente perché, a differenza di chiunque altro, in questi vent’anni di scena ha posseduto i mezzi finanziari ed informativi per generare una continua palingenesi di sé stesso. Nessun leader sulla scena ha avuto una tale concentrazione di mezzi stampella, per riavvolgere così costantemente il nastro a proprio vantaggio.
Nemmeno il miliardario Donald Trump, che tanto si dice assomigli al Cavaliere, nell’America di oggi aveva potere sui media. Un grande impero finanziario ma non nei rotocalchi. Il punto è che l’informazione di oggi è liquida, eterogenea, l’editoria è collassata nei lettori, nel fatturato, e nella potenza influenzatrice. La tv che ha esercitato un potere grande come quello della Chiesa di un tempo, accompagnato da giornali, catene di libri e radio, ha subito duri colpi su tutti i fronti.
Ed anche chi continua a guardarla nell’era Netflix per intrattenimento, non si fida più. Anzi, oggi il messaggio catodico è come un boomerang, “se lo dice la televisione”, allora è meglio fare il contrario. La sua credibilità s’è erosa come la roccia schiaffeggiata continuamente dalle onde del mare, in questo caso il moto d’indignazione e stanchezza degli elettori.
Con gli ultimi sondaggi che danno la Lega in vantaggio di dieci punti sul M5S, con l’83% degli elettori grillini favorevoli al non processo di Salvini, il suicidio è solo nella testa di Berlusconi. Oppure parla allo specchio, sostituendo poi le parole, sarebbe più onesto dire: “Se questo Governo continua, e continua a fare bene, Forza Italia si suicida.”
Tajani e Berlusconi - tristi epigoni di Totò e Peppino - che vanno in diretta sul TG5 a decantare il ruolo del PPE ed i pericoli dell’Esecutivo legastellato, fanno meno presa di una replica decennale dell’offertissima sui materassi in lattice. Buon riposo.