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Bilancio Ue, Conte si allea con Macron.Obiettivo chiedere più soldi all'Olanda
Il premier italiano: "Non vogliamo un negoziato al ribasso"
Bilancio Ue, Conte si allea con Macron. Obiettivo chiedere più soldi all'Olanda
Proseguono le trattative al vertice Ue straordinario a Bruxelles tra i 27 paesi. Incontro bilaterale a margine del Vertice sul bilancio Ue, tra gli altri, anche tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il primo ministro spagnolo, Pedro Sanchez. Proseguono i colloqui tra i vari leader dei vari stati alla ricerca di un accordo. Intesa che sembra esserci soprattutto tra Conte e Macron, Italia e Francia vogliono entrambe un bilancio più ambizioso e all'altezza delle sfide europee e dicono no al meccanismo del rebates.
È per questo che ieri Emmanuel Macron e Giuseppe Conte - si legge su La Stampa - si sono ritrovati in piena sintonia su due fronti. Da un lato entrambi hanno chiesto «un bilancio più ambizioso all'altezza delle sfide europee». Dall'altro hanno subito messo in chiaro il loro «no» al meccanismo dei «rebates», un sistema «che deve finire». Su questo Macron è parso in netta contrapposizione con Angela Merkel, che invece deve cercare di contenere il maxi-contributo di Berlino: nel bilancio 2014-2020 Berlino ha versato una media di 25 miliardi di euro l'anno, cifra che - sulla base della proposta della Commissione (1,11%) - salirebbe a 32 miliardi.
Il tema dei «rebates», le riduzioni dei contributi per alcuni Paesi, è stato il primo vero scoglio al summit di ieri dedicato alla Finanziaria Ue 2021-2027. I Paesi Bassi, l'Austria, la Svezia e la Danimarca - che si sono ribattezzati «il gruppo dei quattro frugali» - hanno difeso il meccanismo a spada tratta «perché non possiamo accettare un incremento drammatico dei nostri contributi» dice Stefan Lofven, premier svedese. Gli sconti nascono - come scrive ancora La Stampa - dal trattamento di favore concesso ai britannici, esteso poi ai quattro e alla Germania. Un livellamento che vale circa sei miliardi e mezzo l'anno (lo sconto di Berlino vale 3,7 miliardi, quello dell'Aja 1,6), pagati ovviamente dagli altri contributori netti, in primis Italia e Francia. E con il buco lasciato dalla Brexit - 75 miliardi in 7 anni - il conto è destinato ad aumentare.