Politica
Caso Siri: Giuseppe Conte risolve elegantemente

Giuseppe Conte trova l'escanmotage elegante
Giuseppe Conte, presidente del Consiglio dei Ministri, era inizialmente sembrato poco più che una figura simbolica dei due veri depositari del potere e cioè Luigi Di Maio e Matteo Salvini che non essendosi trovati d’accordo su chi doveva governare avevano scelto lui, già vicino, peraltro, al M5S.
Infatti le prime uscite di Conte erano abbastanza impacciate tanto che una volta arrivò a chiedere a Di Maio se poteva dire oppure no una cosa.
Tuttavia col tempo non solo Conte è cresciuto diventando indipendente, ma ha anche mostrato doti inaspettate, come un mirabile equilibrio emotivo cosa assai preziosa in tempi politici così tumultuosi.
Ma a parte le doti psicologiche del capo dell’Esecutivo occorre segnalare obiettivamente anche la sua grande preparazione giuridica che gli ha consentito di guidare con mano sicura la barca del governo nelle più procellose tempeste.
Oggi è in corso un Consiglio dei Ministri molto particolare in cui verrà discussa -tra gli altri provvedimenti-la revoca del sottosegretario alle Infrastrutture Armando Siri., indagato per corruzione. Una patata bollente perché se si arrivasse al voto potrebbe spaccare la maggioranza giallo - verde. In realtà non ci sono precedenti di revoca formale di un sottosegretario che per la nomina è disciplinata dalla legge 400 del 1988.
Conte però -come altre volte- ha trovato il modo di uscirne e cioè scrivere un decreto di revoca di concerto con il ministro competente -e cioè Toninelli- di natura amministrativa e non legislativa che poi dovrà essere controfirmato dal Presidente della Repubblica che ha già fatto sapere di non avere obiezioni in tal senso.
In questa maniera saranno evitate pericolose spaccature nel governo e la pratica Siri sarà elegantemente evasa.