Politica
Centrodestra, "Berlusconi ondivago e non credibile. Salvini non è leader"
Centrodestra, su Affaritaliani.it l'analisi di Marcello Veneziani
E' impietosa l'analisi del saggista e scrittore Marcello Veneziani sulla situazione attuale del Centrodestra. Molte potenzialità, ma assenza di un leader.
L'INTERVISTA DI AFFARITALIANI.IT
Il Centrodestra del duello continuo a distanza Berlusconi-Salvini può andare lontano?
"Il Centrodestra vive un paradosso. Ha un futuro dal punto di vista aritmetico perché i numeri ci sono e ci saranno per una grande realtà. Ma non c'è un disegno politico, c'è solo la rivendicazione della leadership da parte di due dei tre protagonisti. L'unico elemento che li tiene insieme è che possono vincere le prossime elezioni poltiche. Ma è un errore scambiare i mezzi con i fini, e soprattutto: vincere a che pro? Per fare che cosa?".
Berlusconi ha 80 anni può ancora essere il leader?
"No, assolutamente no. Oltre all'età, che è un dato importante, le sue performance degli ultimi anni hanno spiazzato totalmente il suo potenziale elettorato. Berlusconi è ondivago e cerca un'alleanza con i cosiddetti populisti mentre rivendica un'alleanza con la Merkel e con il Ppe senza precludersi un'intesa con Renzi. non è credibile e al massimo avrebbe potuto fare il padre nobile centrodestra.
Il Salvini che abbiamo visto sul palco di Pontida può essere il leader del Centrodestra?
"Il segretario della Lega è un ottimo attaccante, e sicuramente serve alla coalizione come uomo di punta. Ma non credo che abbia la forza di mettere insieme tutto il Centrodestra che non rappresenta interamente né dal punto di vista geografico né da quello culturale. Salvini è necessaro per costruire un Centrodestra forte ma il suo ruolo non può essere quello del leader e del candidato premier".
Allora chi potrà essere il candidato premier?
"E' questo il dramma del Centrodestra, non esiste a meno che non si vada a pescarlo da un altro ambito. Occorre trovare, se esiste, qualcuno che faccia la sintesi. Ma il problema vero è pensare a più figure: un premier, un leader della coalizione, un portavoce in tv. Bisogna diversificare i ruoli, l'era del leaderismo assoluto, iniziata con Berlusconi, è finita tragicamente con Renzi. Il partito personale non c'è più".
Zaia e Maroni?
"Li vedo come figure di spicco e di capacità di un eventuale esecutivo ma inadatte a governare il Paese. E i referendum sull'autonomia in Veneto e in Lombardia non raffigura tre quarti dell'Italia".
Quindi?
"Bisogna cercare non un nome ma tre o quattro figure per costruire l'architettura del Centrodestra. La lotteria del premier è deprimente".
Che ruolo ha Giorgia Meloni?
"Rappresenta il punto di equilibrio tra i due rivali e l'istanza nazionale dello Stato da riqualificare. Un messaggio forte e unificante ma non è certamente lei la possibile premier, anche perché non ha i numeri dal punto di vista elettorale".
Il leghista Giorgetti?
"Mi ha fatto un'ottima impressione, ma da qui a bruciarlo nella lotteria del premier ce ne corre. E' una figura politica di notevole spessore destinata ad avere un ruolo importante".
C'è anche Giovanni Toti...
"Continuo a vedere solo dei comprimari e non riesco a vedere il leader. Bisogna cambiare metodo".