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Centrodestra Berlusconi, Salvini, Meloni: ecco il patto scritto. Tutti i punti
Centrodestra elezioni, Berlusconi - Salvini - Meloni: tutti i punti dell'accordo
"Il candidato alla Presidenza del Consiglio verrà indicato dal partito della coalizione che otterrà il maggior numero di voti nella parte proporzionale. Il premier sceglierà poi la squadra di governo in autonomia e tenendo comunque presente i suggerimenti e le considerazioni dei leader delle altre forze politiche". Ecco la bozza, messa a punto nei giorni scorsi e ancora perfezionabile, del patto che legherà i partiti del Centrodestra alle prossime elezioni politiche. Si tratta del primo punto dell'accordo tra Matteo Salvini, Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e gli esponenti di eventuali altre liste collegate o della nascente 'quarta gamba' (che dovrebbe inglobare le formazioni politiche minori del Centrodestra).
Incontri informali ci sono già stati in Parlamento e a sancire l'intesa sarà il famigerato vertice a tre, più volte annunciato e rimandato, tra i leader, che dovrebbe tenersi dopo le elezioni regionali in Sicilia. A spingere per mettere nero su bianco l'accordo, che verrà controfirmato da un notaio, sono stati in particolare Salvini e Giorgetti. La Lega vuole la garanzia scritta che, in caso di vittoria e nel caso in cui il Carroccio risulti il primo partito della coalizione, Berlusconi non faccia marcia indietro e accetti incondizionatamente che il premier sia il segretario leghista. "Fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio", spiega un senatore molto ascoltato in Via Bellerio.
Gli sherpa dei tre partiti del Centrodestra - tra gli altri i principali sono Giorgetti, La Russa, Romani e Brunetta - hanno anche stilato i dieci punti chiave del programma di governo della coalizione, poi ogni partito punterà su alcuni aspetti piuttosto che su altri ma si sta lavorando un decalogo con le linee guida che impegni tutti i partiti coalizzati. Ecco l'ultimissima versione:
1. Revisione di tutti i trattati dell'Unione europea, in particolar modo quelli che regolano la moneta unica e il Fiscal Compact.
2. Contrasto dell'immigrazione clandestina attraverso il blocco navale nel Mediterraneo per fermare gli sbarchi, hotspot in Libia e rimpatri di chi è in Italia senza documenti regolari. Reintroduzione del reato di immigrazione clandestina.
3. Potenziamento dell'organico delle forze dell'ordine con investimenti anche su nuove strutture e mezzi. Utilizzo dell'esercito per il controllo del territorio e il contrasto alla criminalità di ogni tipo.
4. Riforma complessiva della Giustizia con l'eliminazione dell'appello e norme più rigide sulla responsabilità dei magistrati.
5. Riforma del sistema scolastico con l'introduzione dei concorsi per gli insegnanti a livello regionale.
6. Revisione totale della Legge Fornero con innalzamento delle pensioni minime.
7. Introduzione della Flat Tax (ipotesi di partenza 15%) con un sistema di detrazioni e deduzioni per evitare la bocciatura della Corte Costituzionale.
8. Difesa dei prodotti del Made in Italy con particolare riferimento all'agricoltura, all'allevamento e alla pesca.
9. Difesa delle grandi aziende italiane pubbliche, stop alla cessione di quote di partecipate e tutela dell'interesse nazionale su settori chiave come ad esempio le banche e le tlc.
10. Dare immediato seguito alle richieste di maggiore autonomia di Veneto e Lombardia (e di qualsiasi altra Regione che lo chiedesse), dopo i referendum del 22 ottobre, anche sul piano fiscale nell'ambito del Titolo V della Costituzione. Avvio contestuale della discussione per una riforma costituzionale che introduca il presidenzialismo (o il semi-presidenzialismo) in modo da bilanciare l'aumento dei poteri di alcune Regioni.
Nonostante il flirt sottobanco di Forza Italia con il Pd (non con Renzi) e i messaggi di Salvini ai 5 Stelle, questa volta il Centrodestra intende fare sul serio e cercare di tornare alla guida del Paese. La campagna elettorale sarà lunga e la sfida non facile ma, numeri alla mano, non si tratta di una mission impossible. Anche perché, stando ai sondaggi, Lega, Forza Italia, Fratelli d'Italia e alleati potrebbero conquistare 160-170 collegi uninominali alla Camera e 80-85 al Senato. A quel punto basterebbe il 38% nella parte proporzionale. Difficile, ma non impossibile.