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Politica
Centrodestra, Forza Italia e Lega: chi sale e chi scende dopo Fiuggi e Pontida


Il weekend bollente per il Centrodestra che si è giocato sull'asse Fiuggi-Pontida ha ridisegnato i rapporti di forza all'interno del Centrodestra. E soprattutto all'interno dei singoli partiti. Silvio Berlusconi ha affermato con entusiamo: "Siamo fieri di far parte del Partito Popolare Europeo". Traduzione, Antonio Tajani, presidente dell'Europarlamento eletto con i voti di Angela Merkel (proprio quella che nel 2011 irrideva l'ex Cavaliere), si è conquistato un ruolo di primissimo piano all'interno di Forza Italia, anche se la sua candidatura a premier si è sciolta come neve al sole. In vista della lunga campagna elettorale e della formazione delle liste, Tajani avrà una posizione chiave anche e soprattutto nei rapporti con gli altri partiti di Centrodestra europei, Cdu-Csu in testa.

A finire sulla lista nera di Berlusconi è Giovanni Toti al quale non ha perdonato il suo intervento a Pontida (poco applaudito). Il Governatore della Liguria, comunque presente venerdì a Fiuggi, si sarebbe esposto troppo a favore di Salvini e ora rischia una sorta di terra bruciata all'interno del partito azzurro. Renato Brunetta resta un battitore libero, berlusconiano doc che goda della fiducia del capo. Stabili le quotazioni del capogruppo al Senato Paolo Romani, comunque sempre tra i più ascoltati ad Arcore. In ascesa Mariastella Gelmini e Anna Maria Bernini, molto vicine a Francesca Pascale, la fidanzata dell'ex Cav in odore di candidatura alla Camera. Cresce il peso politico anche di Simone Furlan, membro dell’Ufficio di Presidenza di Forza Italia e leader del movimento “Esercito di Silvio“ nato nel 2013 in difesa di Berlusconi. In calo le quotazioni di alcuni dei volti noti da anni e precedentemente vicini al leader, come la Bergamini e la senatrice Rossi.

Nella Lega al fianco di Salvini emerge sempre più forte la figura di Giancarlo Giorgetti che ha scelto di non parlare a Pontida ma che ha condiviso insieme al segretario la decisione di non far parlare Umberto Bossi. Giorgetti ha partecipato sabato scorso a Matera al convegno di Idea di Quagliariello sul futuro del Centrodestra ed è l'uomo del Carroccio che tiene i rapporti con le altre forze politiche e l'unico che gode di una totale e incondizionata fiducia del giovane leader. In calo le quotazioni di Roberto Maroni, per due motivi: primo perché la vicenda del blocco dei conti correnti leghisti ha messo in secondo piano il referendum autonomista del 22 ottobre e secondo perché il Governatore ha difeso il Senatùr, cosa che Luca Zaia non ha fatto e che ha rilanciato le frizioni con il segretario federale.

Confermati i ruoli importanti dei due capigruppo, Centinaio e Fedriga, così come quello del numero uno in Liguaria Edoardo Rixi e della consigliere bolognese Lucia Borgonzoni. Tra i nuovi volti si segnalano la sindaca di Cascina Susanna Ceccardi, che ha parlato a Pontida, e il primo cittadino di Rovigo Massimo Bergamin. Ormai in secondo piano l'ex ministro Roberto Calderoli, così come Claudio Borghi (soprattutto dopo la svolta di Salvini che non chiede più di uscire dall'euro). Armando Siri resta in una posizione chiave soprattutto per la proposta della flat tax.

Il presidente del Copasir Giacomo Stucchi quasi certamente non verrà ricandidato alle prossime elezioni politiche. Mentre Gianluca Pini, leader della Lega in Romagna, non sarebbe a rischio esclusione nonostante il suo appoggio a Gianni Fava alle primarie per la leadership leghista. Il segretario della Lega Lombarda Paolo Grimoldi non è nella prima cerchia dei salviniani ma dovrebbe essere riconfermato nelle liste. In odore di candidatura al Senato anche il responsabile federale Dipartimento Sicurezza e Immigrazione della Lega, l'italo-nigeriano Tony Iwobi. Ci sono poi i trentenni salviniani come il consigliere comunale di Milano Alessandro Morelli e i giovani padani Lucio Brignoli, Eugenio Zoffili e Andrea Crippa (il leader). Un seggio in Parlamento quasi certo anche per Stefano Bolognini. In ascesa in milanese Gianmarco Senna.

E infine Bossi. Ormai è certo che il Senatùr non verrà ricandidato alle prossime elezioni e in molti scommettono sull'imminente addio di Bossi alla Lega, magari per trovare ospitalità nelle liste di Forza Italia. Nell'ottica della contrapposizione Lega-Fi emerge il ruolo di Giorgia Meloni. La leader di Fratelli d'Italia-An si è ritagliata il ruolo di colei che pone al centro il bene dell'unità del Centrodestra e, anche se in corsa nell'ottica della regola 'il leader lo fa chi prende più voti', appare meno ambiziosa di Salvini e Berlusconi. La Meloni, insieme a Ignazio La Russa e Carlo Fidanza, potrebbe quindi giocare il ruolo importante di cerniera tra il Carroccio e Arcore, come ha spiegato ad Affaritaliani.it l'ex ministro della Difesa (clicca qui).

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