Politica
Commissione UE: 3,7 mld ai consulenti in 3 anni. Troppi e poca trasparenza
La Corte dei Conti europea intravede potenziali rischi nel ricorso a consulenti esterni da parte della Commissione. 2.769 i consulenti pagati da Bruxelles
Gli importi maggiori contratti nel 2017-2019 si riferiscono a servizi registrati come "consulenza" (72%). Il dubbio che la manina pesante della politica pesi più dell’utilità della consulenza rasenta la banalità.
La Corte vede poi dei potenziali conflitti di interessi e la riproduzione degli stessi ruoli in sede all’ente. “La Corte ha rilevato che le direzioni generali non hanno individuato né segnalato come critici i rischi di concentrazione, di eccessiva dipendenza, di vantaggio competitivo o di conflitto di interesse”. Il rischio è infatti la concentrazione di soggetti che sono sempre gli stessi.
La Corte mostra nella relazione uno dei tanti esempi: “lo stesso prestatore si è aggiudicato due procedure di appalto consecutive per assistenza tecnica e giuridica”. Che significa? “Che alcuni prestatori avevano fornito una combinazione di servizi di consulenza, attuazione e valutazione per una direzione generale. In tali casi, vi è il rischio che questi prestatori acquisiscano un vantaggio competitivo perché sono coinvolti nella progettazione, nell’attuazione e nella valutazione della stessa politica dell’UE”. Cioè partecipino alla scrittura dei servizi e poi acquisiscano un vantaggio per vincerli e/o gestirli. Questo perché la Commissione non effettua analisi costi-benefici e per valutare i vantaggi dell’affidarsi a fornitori esterni invece che a personale interno prima di avviare un nuovo appalto. Tutto il mondo è paese.
La Corte dei Conti europea è un organo collegiale composto di 27 membri, uno per ogni Stato dell’Unione, i quali sono nominati dal Consiglio, previa consultazione con il Parlamento europeo, per un periodo di 6 anni, rinnovabile. Quindi oltre alle competenze bisogna essere nelle grazie dei politici degli Stati membri. I 27 membri nominati poi eleggono al loro interno un Presidente per un periodo di tre anni, rinnovabile.
“L’esternalizzazione di alcuni compiti può essere utile e talvolta necessaria”, ha dichiarato François-Roger Cazala, il membro della Corte responsabile dell’audit. “Tuttavia la Commissione europea dovrebbe sforzarsi di ottenere il massimo valore possibile dalle somme spese. È necessario migliorare la trasparenza e l’obbligo di rendiconto in relazione ai compiti che possono essere esternalizzati e alla gestione dei rischi di concentrazione dei prestatori, di eccessiva dipendenza e di conflitti di interesse. Mi auguro che la relazione della Corte aiuti l’amministrazione dell’UE a procedere in questa direzione.”