Politica

Conservatori-Ppe, l'asse decolla. E Macron si schiera contro la sinistra

di Federica Rossi

Stoppato il “Nature Restoration law”, uno dei capisaldi del corposo Green deal europeo



Ma a parte il merito della questione, quello che lascia perplessi è che due settimane fa colossi come Nestlé, Unilever ed Ikea, che certo non possono essere presi portatori di grandi sensibilità di rispetto ambientale ( al di là di qualche semplice azione di facciata, che può tranquillamente essere compresa più  nella nota pratica del greenwashing che nella real volontà di operare attivamente per salute della terra e rispetto ambiente) hanno scritto una lettera raccomandata veloce approvazione di questa legge. Una legge occorre dirlo, osteggiata da quasi tutte le associazioni di piccoli e medi agricoltori oltre che da quelle della pesca e della silvicoltura, che, già in grande crisi a causa del covid e degli alti costi di materie prime e carburanti,  probabilmente in gran parte sarebbero spazzate via da queste nuove norme.

Il voto di martedì mette ora tutto in discussione, rimettendo la questione in mano alla plenaria del 12 luglio, in cui ogni gruppo deciderà sul merito. Ma considerando che il voto in commissione ha determinato che il voto della plenaria tornerà il testo vecchio, senza emendamenti, e quindi assai più  drastico, difficile pensare che possa passare il vaglio del voto. Si vedrà. Ma quello che forse più conta ora è che il fronte della alleanza tra popolari, verdi socialisti e liberali, che ha retto le sorti del parlamento negli ultimi due decenni, sembra essersi irrimediabilmente incrinato, e questo in vista delle prossime elezioni del 2024 non può che essere musica per le orecchie dell’Ecr e della sua leader Giorgia Meloni.

Le trattative sono incessanti e certamente esiste già una convergenza tra ecr e popolari su molte questioni dirimenti, come appunto quelle legate al green deal, quella energetica e quella sulla gestione dei flussi migratori. La strada è certamente ancora lunga ed irta di ostacoli, ma l'autorevolezza della premier Meloni a livello internazionale non può che far pensare che alla fine un accordo si troverà. Un accordo che potrà davvero cambiare gli equilibri del parlamento e della Commissione. E allora tutte le delicate questioni che riguardano il nostro paese, a cominciare dal Pnnr, patto di stabilità e politiche migratorie, potrebbero avere un approccio assai differente da parte della commissione europea, in caso di maggioranza di centrodestra, con il partito dei conservatori come possibile terza forza del parlamento, rispetto a quello tenuto fino ad ora.