Politica
Consiglio dei ministri sui migranti, ecco come Meloni scavalcherà la "sentenza Albania"
Fonti di Fratelli d'Italia ad Affari: "L'intento è quello di rendere norma primaria il decreto comprendente l'elenco dei Paesi sicuri" in modo da non lasciare spazio di manovra alla magistratura
Consiglio dei ministri sui migranti, ecco come Meloni scavalcherà la "sentenza Albania"
Venerdì 18 ottobre, dopo la notizia della sentenza del tribunale ordinario di Roma sui migranti trattenuti in Albania, la segreteria di Palazzo Chigi si è dovuta mettere subito a lavoro: dal Libano, lì dove si trovava in missione diplomatica, è arrivato infatti l'ordine, da parte del presidente del consiglio Giorgia Meloni, di convocare una seduta straordinaria del consiglio dei ministri. Fissata già per oggi, lunedì 21 ottobre alle 18.30. Ossia di fatto il primo giorno utile possibile dopo il fine settimana.
La convocazione sembra avere tutti i crismi dell'urgenza e dell'emergenza. E del resto, il documento messo all'ordine del giorno riguarda proprio la tematica su cui è intervenuta la sentenza di venerdì. Sentenza che, è bene ricordare, ha permesso l'ingresso in Italia dei 12 migranti inviati in Albania, smontando di fatto il piano di Giorgia Meloni di portare nel Paese balcanico una parte di migranti salvati in acque internazionali.
Migranti, il nuovo decreto già pronto per la firma
La mossa del capo del governo appare dunque una contro-risposta. Ma chi ha tirato la prima stoccata? Secondo Meloni, così come secondo il ministro della Giustizia Carlo Nordio, a sguainare la spada sarebbe stata la magistratura. O, almeno, quella parte di essa ritenuta politicizzata. La sentenza di venerdì, in particolare, per la maggioranza avrebbe un colore marcatamente politico ed è volta a contrastare le linee del governo sull'immigrazione.
Fonti di FdI: "Ecco come Meloni scavalca la sentenza di venerdì"
Da qui l'urgenza di replicare: “Oggi in consiglio dei ministri – ha dichiarato ai nostri microfoni una fonte di Fratelli d'Italia, partito della premier – portiamo un documento con cui verrà scavalcata la sentenza di venerdì”. Come dire, per l'appunto, che ognuno agisce con gli strumenti che ha in mano: la magistratura con le sentenze, il governo con nuove norme.
“Credo che il documento sia già pronto, altrimenti avrebbero rinviato il consiglio – ha sottolineato ancora la fonte del partito –. L'intento è quello di rendere norma primaria il decreto comprendente l'elenco dei Paesi sicuri, perché fino ad oggi questo elenco è stato compreso all'interno di un semplice decreto interministeriale”.
La strategia è quindi quella di rendere legge il documento in cui vengono elencati i Paesi sicuri, in modo da non lasciare grandi margini di manovra ai giudici. Non solo: nel decreto dovrebbe essere prevista anche l'introduzione, così come sottolineato da Agi, di un secondo grado di giudizio per le sentenze sul trattenimento dei migranti.
La lista dei Paesi sicuri su cui hanno fatto leva i giudici
La nuova norma dunque, dovrebbe andare a incidere sui due punti più vulnerabili del precedente documento: la lista dei Paesi sicuri e le sentenze sul trattenimento dei migranti. Per comprendere perché il governo vuole intervenire su questi due fronti, occorre ricordare su cosa è intervenuta la sentenza di venerdì. Il giudice in questione, in particolare, non ha convalidato i decreti di trattenimento emanati dalla Questura di Roma. Decreti previsti proprio dal documento con cui si è data attuazione agli accordi con Tirana, secondo cui possono rimanere nei campi costruiti in Albania solo coloro che provengono da Paesi sicuri.
Secondo il tribunale, i decreti di trattenimento emessi dalla Questura capitolina non potevano essere convalidati perché i migranti presenti nelle strutture albanesi non provenivano, per l'appunto, da Paesi sicuri. E nell'indicare i contorni del concetto di Paesi sicuri, il giudice ha fatto leva sulla sentenza del 4 ottobre scorso della Corte di Giustizia europea, secondo cui è possibile considerare un Paese sicuro solo se le proprie istituzioni rispettano due grandi parametri: sicurezza in tutto il territorio e sicurezza garantita a tutti i suoi abitanti.
Meloni e l'immigrazione: il conflitto con parte della Magistratura
Il tribunale di Roma ha colpito sulla lista dei Paesi sicuri, il governo risponde ora conferendo il rango di norma primaria a tale lista. Sembra essere questa la connotazione dello scontro con quella parte della magistratura che, secondo il governo, vuole remare a tutti i costi contro la maggioranza. A dimostrazione che la premier sta concependo questo passaggio come un duello personale con alcuni giudici, vi è il suo post pubblicato nelle scorse ore in cui si fa riferimento a una mail di un magistrato dove Meloni viene descritta come “pericolosa”.
Non solo, ma la stessa tempestività con cui è stato convocato il consiglio dei ministri rende l'idea di come, dalle parti di Palazzo Chigi, si vive oggi nella convinzione di essere dentro un primo principio di conflitto. Del resto, non sembrano emergere motivazioni diverse da quelle politiche nel giustificare un'immediata approvazione del decreto oggi in discussione al consiglio dei ministri.
I dati sugli sbarchi: il calo nel 2024
I numeri degli sbarchi in questo 2024 restano ad ogni modo ad oggi in netto calo. Gli ultimi dati del Viminale parlano di 55.010 persone sbarcate dal primo gennaio a oggi, nello stesso periodo dello scorso anno il dato era arrivato a 140.923.