Politica

"Conte ha fatto il suo tempo. Un altro governo? E' possibile"

di Paola Alagia

Intervista di Affari al segretario di +Europa Della Vedova: "Si possono creare le condizioni per un nuovo esecutivo senza passare dal voto"

Mentre la verifica si trascina dallo scorso anno e ancora pare senza sbocco, ad avere le idee chiare sull’unica via d’uscita possibile dall'attuale impasse è il segretario di +Europa, Benedetto Della Vedova, che sin dalla nascita del Conte due, insieme a Emma Bonino, ne ha sempre sostenuto senza infingimenti l’inadeguatezza. Intervistato da Affaritaliani.it, quindi, non solo ritiene giusto che questa verifica si sia aperta, ma auspica anche che possa dare il là a un “governo di europeisti e riformisti”. Non a guida a Conte che, secondo l’ex sottosegretario agli Esteri, “ha ormai fatto il suo tempo”.

Segretario, dunque, lei crede sia giusto che la verifica si chiuda con un’apertura della crisi?
Penso che questo esecutivo sia inadeguato a governare una fase complicata come quella che abbiamo di fronte. Incapace non solo di affrontare le questioni urgenti, ma anche di decidere e assumersi le responsabilità delle decisioni prese. Un esempio emblematico è dato dalla gestione del ritorno in classe per gli studenti delle scuole superiori, ma pure dallo stesso Recovery, che sta servendo come cassa di compensazione dentro la maggioranza e non per realizzare un progetto serio per le prossime generazioni.

Tornando alla domanda, quindi?
E’ giusto che le forze di maggioranza, Pd compreso, prendano atto che così possono anche andare avanti, ma andranno a sbattere. Noi lo dicemmo, con Emma Bonino, che fare un Conte bis, senza chiedere nulla in cambio al Movimento cinque stelle, illudendosi che con i populisti fosse possibile un governo riformatore ed europeista, era un’illusione. Oggi dovrebbero prenderne atto. Credo che il Pd dovrebbe essere il primo a porsi il problema che questo esecutivo è inadeguato.

Altrimenti?
Arriveremo alle elezioni del presidente della Repubblica con le Camere allo sbando e con i parlamentari M5s che rispondono ciascuno a se stesso e non a una logica politica e men che meno partitica. Davvero ci si fida del pattuglione dei Cinque stelle per le elezioni del capo dello Stato? Questa è solo un’altra illusione che il Pd sta coltivando. L’obiettivo, insomma, non può essere duriamo un anno ed eleggiamo il presidente della Repubblica perché così è il Paese non può durare.

Ha fatto bene, allora, Matteo Renzi, nel merito e nei tempi, a scoperchiare il vaso di Pandora e dare il là alla verifica?
Per me le obiezioni di Renzi sono tardive. Se pensava, infatti, che col M5s e Conte potesse andare diversamente ha sbagliato. Non per questo, però, le questioni che ha sollevato sono meno vere. È un’analisi autentica, ma anche autocritica, immagino.  Se l’obiettivo era tenere fuori Meloni e Salvini, infatti, questo è un governo che sta preparando alla grande il loro ritorno.

E cosa bisognava fare, allora?
Bisognava dare prova di una netta discontinuità. E, invece, l’unica cosa che possono mettere a bilancio è la generosità dell’Unione europea e cioè della Banca centrale e della Commissione Ue che, su impulso franco-tedesco, hanno deciso di fare uno sforzo straordinario di cui beneficerà l’Italia. Ma, attenzione: non perché siamo stati i più bravi, bensì perché siamo messi in condizioni peggiori. Il governo che vende i 209 miliardi come un proprio merito, insomma, fa sorridere.

Prima il Recovery, ma poi pure il Mes e la delega sui servizi segreti. Queste due questioni, in particolare, lasciano pensare che Renzi, ormai voglia arrivare a un redde rationem. Lei che ne pensa?
Resto al merito dei temi. Ogni giorno che passa senza prendere le risorse del Mes grida vendetta perché quei fondi servono e sarebbero disponibili subito, anche per la campagna vaccinale. Destinare più soldi alla sanità nel Recovery significa spostare molto più in là gli interventi e litigare con l’Ue perché per la sanità c’è appunto il Mes e non il Next generation Eu. Ecco, quello del Fondo salva Stati è proprio il sigillo ideologico antieuropeo del M5s che il Pd accetta.

E sulla questione delega ai servizi che Renzi ha avuto buon gioco a risollevare dopo i disordini di Washington?
Pure in questo caso le obiezioni del leader di Iv sono più che fondate e stupisce non abbiano ricevuto una risposta politica. Quanto agli Stati Uniti, da Di Maio a Grillo, da Salvini a Meloni, l’Italia è il Paese più trumpiano. Anche se ora cercano, soprattutto i Cinque stelle, di negare l’evidente. Ma c’è un altro fatto che mi ha sconcertato di più.

Sarebbe?
Mentre Angela Merkel ha usato parole dure e Boris Johnson ha preso le distanze in maniera netta, “Giuseppi” ha fatto due comunicati burocratici senza mai citare Trump e sottolineando l’ovvio. Ossia che l’Italia lavorerà con Biden.  Ecco, anche questo è significativo dell’autogol del Conte uno prima e del Conte due poi nell’andare a braccetto con l’ex presidente degli Stati Uniti.

Torniamo alla crisi che incombe. Se Renzi ha ragione nel merito e se l'attuale governo non gli piace perché, allora, secondo lei, continua solo a minacciare di ritirare la delegazione dei suoi ministri e non è conseguente?
Questo andrebbe chiesto a lui. Quello che posso dire io è che se alla fine si limitassero a fare qualche rattoppo il governo sarebbe ancora più debole di oggi e ancora più inadeguato. Insomma, se Pd e Iv accetteranno di andare avanti con qualche pezza in più credo che facciano un grave errore.

Rimpasto inutile, quindi. Nessun Conte ter, ma ci vorrebbe un governo altro?
Ci vorrebbe un governo di europeisti e riformisti, ci vorrebbe un “Drago” al governo.

Dove Drago sta per Draghi?
Chiunque sia il presidente incaricato, ciò che serve è un esecutivo diverso. Anche con una maggioranza diversa.

Quale perimetro di forze incontrerebbe il favore di +Europa?
Noi partiamo dai contenuti e dagli obiettivi. Sul Mes, per esempio, Forza Italia ha una linea propositiva che potrebbe mettere in crisi il Movimento. Ecco, per noi una guida politica non può essere in mano al M5s che cambia idea su tutto. Il problema, però, è che il Pd non ha il coraggio di imporre un’agenda eccezionale.

Nessuna chance per Conte?
Conte è premier da giugno del 2018, è uno dei presidenti del Consiglio che è a Palazzo Chigi da più tempo, un campione del trasformismo politico italiano. Credo che abbia fatto il suo tempo. Non solo, ma siamo ben oltre la metà della legislatura e lui ancora parla al futuro, di cosa farà e non di cosa è stato fatto.

E come la mettiamo con il Pd abbastanza compatto nel sostenere che l’alternativa a Conte sarebbero le urne?
Il Pd ha già cambiato idea una volta. I dem erano quelli che dicevano “mai con Conte” e, poi, nel giro di una settimana, hanno fatto il governo con il Movimento cinque stelle. Premesso che andare al voto non è irresponsabile - Israele va ad elezioni nel pieno della pandemia, per esempio -, io penso che invece se cade Conte si possano creare le condizioni per un nuovo esecutivo. Ma queste sono valutazioni in capo al presidente della Repubblica. 

In questo caso o nell’eventualità che Italia viva passi all’opposizione, crede che sia replicabile un fronte comune +Europa- Iv-Azione, come accaduto alle passate Regionali?
È un periodo ipotetico. Per il momento Renzi è nella maggioranza che sostiene Conte e ciò rende tutto più difficile.