Politica
La Piazza continua a far notizia. Tunnel nello Stretto? Lo studio che ha convinto Conte
L'intervista del direttore di Affaritaliani.it al primo ministro Giuseppe Conte a La Piazza continua a creare dibattito
A sei giorni di distanza, l'intervista del direttore di Affaritaliani.it Angelo Maria Perrino al presidente del Consiglio Giuseppe Conte continua a fare notizia e a creare dibattito. Nella giornata di Ferragosto, per esempio, su Repubblica vengono dedicate ben due pagine al progetto di costruzione di un tunnel sottomarino nello Stretto di Messina, annunciato dal premier a Ceglie Messapica durante l'evento di Affaritaliani.it.
"Non dico faremo il Ponte (sullo Stretto di Messina), perché non ci sono le condizioni. Ma prima dobbiamo preoccuparci dei collegamenti interni", aveva spiegato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ospite de 'La Piazza', l'evento organizzato dal quotidiano online Affaritaliani.it a Ceglie Messapica. "Sullo Stretto dobbiamo pensare, quando si riveleranno le condizioni, a un capolavoro di ingegneria. Un ponte anche sottomarino, ci stavo pensando...", le parole al direttore di Affari Angelo Maria Perrino.
Il progetto del tunnel sotto lo Stretto di Messina, all'esame dei tecnici del Mit è quello presentato da presentato a metà giugno 2017 dall'ingegnere Giovanni Saccà, quando a guidare il ministero c'era Graziano Del Rio, che indicò come l'ipotesi del ponte non fosse la "principale" tra quelle da considerare per l'attraversamento dello Stretto di Messina. "E' rimasto agli atti - spiega Saccà all'AGI - ma guardi che, semplicemente, noi abbiamo oggi la possibilità e gli strumenti per mettere in atto ciò che scrisse nel 1870 l'ingegnere Albero Carlo Navone", quando ipotizzò "un tunnel sottomarino da realizzarsi tra Villa San Giovanni e Ganzirri, con una visione che, 150 anni dopo, consideriamo ancora moderna".
Il premier Conte a La Piazza di Affaritaliani.it. Il video integrale
L'ipotesi si fonda, dal punto di vista geormorfologico, sull'esistenza, nello Stretto, della Sella tra Villa San Giovanni e la Contrada Arcieri di Messina. "E' una zona poco profonda - prosegue Saccà - che indica una continuità montuosa tra l’Aspromonte in Calabria e i Peloritani in Sicilia". La Sella dello Stretto è "a una profondità di 170 metri ed è larga 2 km. Scendendo a 50 metri si può scavare un tunnel subalveo impiegando strutture offshore, piloni GBS (Gravity-Based Structure) inseriti su un terreno che qui si trova solo a circa 100 m sotto il livello del mare". Il tunnel costituirebbe un prolungamento del contratto di programma che riguarda la galleria Gioa Tauro-Villa San Giovanni. "Si tratta di allungarla per 4 km - spiega ancora all'AGI Saccà, dirigente del gruppo Fs e presidente della commissione Infrastrutture dell'ordine degli ingegneri della Lombardia - e farla risalire in Siclia per altri 17, fino a farla collegare con i binari ferroviari per Catania e Palermo, con due stazioni sotterranee nel comune di Messina". Quanto all'attraversamento per i veicoli, Saccà ipotizza "un secondo tunnel, ma più corto", da realizzare dopo quello ferroviario.
Quanto ai tempi di realizzazione e ai costi, il tunnel verrebbe realizzato in circa 5 anni, con un esborso di 1,5 miliardi di euro, a cui "bisognerà aggiungere il costo di tutte le opere accessorie che dovranno essere realizzate sia in Calabria sia in Sicilia (nuove stazioni eccetera) e ovviamente le opere compensative che per queste verranno richieste". Il progetto solo tunnel, rispetto al ponte a campata unica di 3.300 metri, prevede "una riduzione consistente degli espropri, un minore impatto ambientale" rispetto al ponte a campata unica di 3.300 metri, approvato dal Cipe, minori costi di gestione e manutenzione e di manutenzione ordinaria e straordinaria; minore dipendenza da condizioni meteorologiche". Ma perchè, se è così conveniente, è stato finora scartato? "Mussolini voleva il ponte - risponde Saccà - Berlusconi voleva il ponte, il ponte è un simbolo. Il tunnel non lo vede nesssuno".