Politica
"Coraggio Italia è nel centrodestra senza se e senza ma"
Intervista al senatore Gaetano Quagliarello che ha aderito al nuovo soggetto politico: "Dialogo aperto con Renzi in Parlamento ma anche nei territori"
Non ha alcuna intenzione di replicare alle parole di Silvio Berlusconi, poco tenere nei confronti di Coraggio Italia. Il senatore Gaetano Quagliariello, tra i protagonisti del nuovo soggetto politico da poco tenuto a battesimo insieme al governatore della Liguria Giovanni Toti e al sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, non si presta ad analisi dietrologiche neppure intorno a Lega Italia, un progetto di cui si parla da mesi, seppur mai confermato, e che ogni tanto, come in questi giorni, riaffiora in superficie.
Intervistato da Affaritaliani.it, Quagliariello si sofferma anche sulle prossime amministrative e, quindi, sullo stallo che regna nel centrodestra nella definizione delle candidature: “E’ più semplice di come appare. Mi sembra logico che Meloni abbia una voce in capitolo in più a Roma, Salvini a Milano e che il candidato calabrese debba essere indicato da Forza Italia, pure per rispetto della memoria di Iole Santelli”. E Coraggio Italia che ruolo eserciterà al tavolo? “Nella vita - dice al nostro giornale - bisogna avere anche un certo stile, noi stiamo iniziando adesso il nostro percorso. Non è quindi proprio il caso di mettersi di traverso”.
Senatore, alla Camera il gruppo c’è già. A che punto siete al Senato?
Al Senato, al momento siamo in sette e quindi abbiamo una componente.
Perché dar vita a Coraggio Italia adesso, qual è la ratio?
L’idea è sempre quella di rivitalizzare un’area politica. Se ci deve essere il centrodestra, allora devono esserci la destra e il centro. Tutto qui. Non è una novità e non è una scissione. Né tantomeno una iniziativa fatta contro qualcuno. Credo che il mio percorso ne sia la testimonianza.
In che senso?
Mi riferisco alla linearità dell’intero percorso. Io ho creato prima Idea, sapendo che era una startup. Poi, dall’incontro con Toti, è nata Cambiamo. E ora c’è stato un ulteriore allargamento del progetto. Si tratta di un processo di rifondazione dal basso. Il contrario, insomma, di un’operazione di palazzo.
Eppure Silvio Berlusconi non è stato tenero nei vostri confronti. Come replica?
E’ semplice: non replico. Berlusconi ha scritto una pagina di storia di questo Paese, ma le comunità politiche vanno al di là delle personalità, anche delle più importanti. Io continuo ad augurarmi che Forza Italia possa partecipare a questo processo.
Ogni tanto riaffiora come un fiume carsico il progetto di Lega Italia. Sarebbe un elemento di disturbo per voi?
Non ci sono più le ideologie, esistono le idee. Se questo dovesse essere un tentativo di ibridarne di diverse ma consentendo a ognuno di mantenere la propria identità, allora sarebbe qualcosa da guardare con interesse. Se invece si trattasse di un’operazione organizzativa, sarebbe ovviamente legittima,ancora di più occorrerebbe un altro spazio liberale in grado di guardare senza tentennamenti a destra. Almeno finché esistono due coalizioni.
A meno che non si tratti di un tentativo per arginare Giorgia Meloni. Lei che ne pensa?
Il poeta Apollinaire diceva che la vita è lenta e la passione è violenta. Questo per dirle che bisogna far sedimentare le cose. Se qualcuno deciderà di portare avanti questo percorso non sarei di certo io ad esercitarmi in analisi dietrologiche.
Matteo Renzi, comunque, viene spesso collocato in un’area di centro. In un progetto come il vostro c’è spazio per personalità come la sua?
I progetti politici sono aperti, altrimenti non sarebbero progetti. E invece di comunità diventerebbero sette. Il nostro è uno spazio aperto, è evidente che poi c’è bisogno, soprattutto se ci sono personalità importanti e ingombranti, di confrontarsi. Non sono operazioni che si decidono a tavolino. Quello che posso dire è che non c’è alcun problema di dialogo soprattutto in Parlamento, ma anche sui territori.
Proiettiamoci in avanti. Coraggio Italia inevitabilmente pescherebbe nel bacino elettorale azzurro. E’ nelle cose, non le pare?
Noi lavoriamo a una proposta solida, Faremo qualcosa di nuovo. Avremo due commissioni a breve da cui scaturirà la costituente del partito, una sull’organizzazione e l’altra sulle idee. Il nostro obiettivo, per rispondere alla sua domanda, non è di certo rompere le scatole ad un partito. Sarebbe una follia nascere contro qualcuno. Anzi, le dirò di più.
Prego.
Io mi pregio di essere uno dei due senatori di tutta l’Italia meridionale eletti in un collegio uninominale non vinto dai Cinque stelle. Ecco, io guardo molto a quell’elettorato per esempio. Qualcuno dovrà pur dare una risposta differente alla volontà di rinnovamento della politica che è emersa in questi anni. Una risposta senza far fuori, però, le competenze.
Avanti col dialogo, dunque, col resto del centrodestra?
No, attenzione. Noi siamo dentro il centrodestra, senza se e senza ma. Non siamo un centro che occhieggia da una parte e dall’altra.
E con una futuribile Lega Italia?
A maggior ragione.
La prova dialogo per Coraggio Italia è già questo tavolo sulle amministrative. Non vi metterete di traverso, insomma.
Nella vita bisogna avere anche un certo stile, noi stiamo iniziando ora. Ciò non significa che non partecipiamo attivamente. Ma di certo non è questo il momento per mettersi di traverso.