Politica
Covid, tsunami sugli appalti pubblici. Anac:"In 4 mesi sono scesi di un terzo"
La relazione annuale presentata alla Camera
"Dal 2017 la domanda di contratti pubblici è cresciuta sensibilmente. Il trend positivo è proseguito anche nel 2019, con un aumento complessivo del numero delle procedure di circa l'8% e degli importi di quasi il 23%, sfiorando la cifra record di 170 miliardi di euro. L'emergenza Covid-19 ha cambiato completamento lo scenario. Nel primo quadrimestre del 2020 le procedure per le quali è seguita la pubblicazione del bando di gara o l'invio della lettera di invito sono scese di circa il 24% in numero e del 33% in valore".
Così il presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione, Francesco Merloni, nel corso della presentazione della Relazione annuale, oggi a Montecitorio. Per quanto riguarda gli acquisti legati all'emergenza fino ad aprile, "il valore complessivo è di circa 3 miliardi di euro, il 95% dei quali relativo a forniture di dispositivi di protezione, ventilatori e camici" mentre la quasi totalità degli affidamenti superiori a 40 mila euro "è stata effettuata mediante procedure senza pubblicazione del bando (77%) o tramite affidamento diretto (20%), con un ruolo predominante delle centrali di committenza e degli organi centrali (circa il 57% degli appalti è riconducibile a tali comparti)".
Merloni ha evidenziato il trend in crescita che ha interessato le interdittive antimafia, soprattutto nell'ultimo periodo in cui le organizzazioni criminali hanno approfittato dell'emergenza "con effetti devastanti sul sistema economico e sulle imprese sane, già pesantemente colpite dalla crisi".
Secondo il presidente dell'Anac, si tratta di un dato preoccupante, che allontana l'Italia dagli standard internazionali. "Dietro a consensi di facciata, assistiamo ancora a resistenze tenaci: abbassare la guardia sarebbe un grave errore", ha dichiarato, sottolineando come il fenomeno corruttivo coinvolga "quasi tutte le aree del Paese. Il valore della tangente è di frequente molto basso e assume sempre di più forme diverse dalla classica dazione di denaro, come l'assunzione di amici e parenti. Desta particolare allarme il fatto che la funzione pubblica sia venduta per molto poco, 2.000 o 3.000 euro, a volte anche per soli 50 o 100 euro".
Tra le contropartite più singolari riscontrate, Merloni ha citato "ristrutturazioni edilizie, riparazioni, trasporto mobili, pasti, pernottamenti, buoni benzina e persino un abbacchio". Tra le altre criticità evidenziate dal Rapporto ANAC, il presidente ha nominato "l'utilizzo dei super-commissari e del 'modello Genova' per alcuni appalti sopra soglia" ma anche lo sblocca cantieri. "Non è togliendo le regole che il sistema funziona meglio - ha sottolineato - Al contrario, le deroghe indiscriminate rischiano di favorire la corruzione e la paralisi amministrativa" senza reali benefici.