Politica

De Benedetti show attacca Meloni ma lui distrusse l'italiana Olivetti

Di Giuseppe Vatinno

L'editore di Domani durante un dibattito con Elly Schlein a Modena attacca la premier: "Fenomeno da baraccone che non fa l'interesse del Paese"

Insomma De Benedetti era lì nella veste che più lo fa (ancora) godere: quella dell’arcivescovo incoronatore, lo stesso che si prese la mitica “tessera numero 1” del Partito democratico. Esordisce alla grande rivolto alla nuova diva scarlatta: “Ci liberi da questa massa di incompetenti”. Il riferimento ovvio al governo Meloni. Chi parla, è bene ricordarlo, è l’uomo che ha distrutto, con l’aiuto della CGIL e di Bersani, la più grande azienda informatica italiana, l’Olivetti, prima vendendola come “spezzatino” alla cinese Wang e poi all’olandese Getronics intascando miliardi e mettendo in strada migliaia di lavoratori. Quando si dice la coerenza.

Chi parla è colui il quale ha fatto scorribande finanziarie solo per profitto puro, un finanziere che si spacciava per industriale dietro il paravento della sinistra (leggi qui l'articolo). Un “Berlusconi dei poveri” che non ha mai avuto il coraggio di scendere in campo ma si è tenuto sempre dietro le quinte. Quindi parte a raffica: "Giorgia Meloni dimostra demenza, perché è contro l'interesse suo e del nostro Paese". 

"Quella figurina del nostro primo quando esce da una riunione a Bruxelles, dice che è soddisfatta, ma non si rende conto che la stanno a sentire anche i burocrati di Bruxelles. Se è soddisfatta, e invece sui migranti non è avvenuto nulla al Consiglio europeo, allora vuol dire che si può fare qualsiasi cosa con l'Italia. È autolesionista uscire e dirsi soddisfatti, dire che è stato un Consiglio storico, quando non ha ottenuto nulla".