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Politica
Di Pietro guarda a Mdp e non a Grillo

Qualche giorno fa Antonio Di Pietro ha fatto una dichiarazione interessante; in pratica da detto che se dovesse tornare nell’agone politico non sarebbe con i Cinque Stelle,  ma con chi ha fondato il Pd e quindi D’Alema e l’Mdp.

In sé potrebbe considerarsi una notizia di poco conto, una delle tante che circolano in questa fase pre - elettorale ma questa invece contiene un elemento che fa riflettere.

Italia dei Valori è stata un po’ l’apripista, il laboratorio, di una politica popolare o nazional - popolare (con matrice sostanzialmente peronista) che ha raggiunto nel momento di maggior influenza elettorale il 10% per poi scomparire progressivamente fino a giungere nell’attuale fase a percentuali da prefisso telefonico. C’è da dire che Di Pietro ha lasciato IdV un paio di anni fa ed ora non ha più niente a che fare essendo il movimento guidato da Ignazio Messina con i risultati appunto riportati.

Di Pietro è sempre stato amico di Beppe Grillo, anzi i suoi contatti si erano anche intensificati qualche tempo fa, ma i Cinque Stelle si sono mostrati tetragoni e cocciutamente proseguono per una strada solitaria che non permette la partecipazione a chi politica l’ha fatta in passato con altri partiti o movimenti.

Dunque l’endorsement fatto dall’ex ministro delle Infrastrutture è rilevante perché segna anche i limiti progettuali del movimento di Grillo che non riesce a capire che la classe politica che ha espresso fino a questo punto con tutte le gaffe e l’impreparazione tecnico - amministrativa mostrata -si vedano i casi di Di Maio e la Raggi- è non solo vincolante, ma contiene i semi della futura distruzione se non vi porrà rimedio.

Interessante notare come ieri Di Pietro abbia anche detto a La 7 con Parenzo che "non si può fare politica con la paura manette se no si pagano le conseguenze", riferendosi all'inchiesta di Mani Pulite.

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