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Politica
L’ex ministro dell’Ambiente Costa smantellò una struttura dedicata e condonò
Sergio Costa

A suo tempo, intervistato da Il fatto Quotidiano, Erasmo D’Angelis il coordinatore così spiegò le sue competenze: “Italia sicura svolgeva un lavoro di integrazione di competenze e di coordinamento dei ministeri dell’Ambiente, delle Infrastrutture, dell’Agricoltura, dei Beni culturali, dell’Economia, e poi anche delle Regioni e di altri 3.600 enti sparsi sul territorio sul tema delle opere di contrasto al dissesto idrogeologico”.

Guarda caso però Costa, oltretutto napoletano che conosceva bene i rischi proprio della sua area geografica di provenienza, cancellò una delle poche strutture funzionanti in Italia e in un’audizione al Senato ebbe a dire: “una necessaria attuazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico, in particolare, riportando in capo al ministero dell’Ambiente la diretta competenza sul tema (…) evitando gli ulteriori costi per la finanza pubblica richiesti dalle strutture create ad hoc dai precedenti governi presso la presidenza del Consiglio”.

Insomma il succo del discorso era che il ministero si doveva riprendere la competenza totale sul dissesto idrogeologico ed infatti si è visto come è andata a finire. E meno male che Costa, ora deputato, era stato messo al dicastero proprio dall’ “ecologista” Beppe Grillo, su consiglio di Luigi Di Maio, una delle tante contraddizioni irrisolte del comico genovese. Tra l’altro Costa faceva parte proprio dell’esecutivo che ha prodotto il criticato articolo 25 del “decreto Genova” che interveniva sui condoni edilizi a cui, riporta Domani, aveva lavorato pure l’avvocato che li difendeva.

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