Politica
Draghi al Quirinale, elezioni nel 2022 e vittoria del Centrodestra. Lega prima
Sondaggio, che cosa vogliono gli italiani su presidente della Repubblica ed elezioni politiche
Mario Draghi presidente della Repubblica all'inizio del 2022, elezioni politiche anticipate tra fine aprile e maggio e vittoria del Centrodestra. E' lo scenario delineato da Alessandro Amadori, sondaggista e docente all'università Cattolica di Milano, che ha elaborato per Affaritaliani.it i trend dell'opinione pubblica sul Quirinale e sulle prossime elezioni per il Parlamento.
LA PARTITA DEL CAPO DELLO STATO - Secondo l'analisi di Amadori, "Mattarella (ipotesi bis a tempo come fu per Giorgio Napolitano) e Draghi sono due figure simili dal punto di vista istituzionale. Entrambi sono poco comunicativi, quasi al limite dell'afasia, se volessimo scherzare", spiega il sondaggista. "Gli italiani preferirebbero però a maggioranza l'attuale premier al Quirinale in quanto per i prossimi anni, che saranno di rilancio e di ricostruzione del Paese dopo la lunga pandemia, un profilo più decisionista. Non che Mattarella non lo sia, ma in questo senso Draghi viene percepito in maniera più marcata come decisionista. Al momento, dalle stime emerge un 55% a favore di Draghi Presidente e un 45% che vota a favore del Mattarella bis. Non esistono possibile outsider, almeno dal punto di vista dell'opinione pubblica".
ELEZIONI NEL 2022 E VITTORIA DEL CENTRODESTRA - Una delle conseguenze dell'elezione al Quirinale di Draghi il prossimo anno, anzi la principale, sarebbe la fine della legislatura e il ritorno alle urne tra fine aprile e inizio maggio del 2022. "I rapporti di forza - spiega Amadori - non cambierebbero moltissimo e non ci sarebbe più un partito in posizione dominante, come è accaduto in passato. Ma il Centrodestra ha ottime chance di arrivare al 46-47% conquistando così, probabilmente, la maggioranza dei seggi in Parlamento. Il Centrosinistra, invece, farebbe fatica ad arrivare a quota 40. Si tornerebbe in sostanza allo scontro simile a quello che fu tra la Casa delle Libertà e l'Ulivo, ma senza Silvio Berlusconi e Romano Prodi. Senza figure particolarmente carismatiche. L'unica speranza per Pd e M5S è quella di aggregare il maggior numero di forze minori possibile per crescere come valore complessivo". Ma veniamo ai numeri di Amadori: Lega tra il 21 e il 23% comunque primo partito, in seconda posizione o Fratelli d'Italia o il Partito Democratico tra il 19 e il 21%. Poi il Movimento 5 Stelle al 15-17%. Forza Italia tra il 6 e l'8%. Altre formazioni tutte comprese tra l'1,5 e il 3,5%".