Elezioni 4 marzo, il borsino del voto. Chi sale e chi scende. Nuovi numeri
Elezioni 4 marzo, il borsino del voto: ecco gli ultimissimi trend sulle elezioni politiche 2018
Elezioni 4 marzo 2018. Su Affaritaliani.it il borsino del voto. Aggiornamento continuo fino all'apertura delle urne sullo stato di salute delle forze politiche in campo. Si tratta di un'analisi esclusiva basata su sondaggi, sentiment e indicazioni che arrivano dai partiti che partecipano alle elezioni politiche del 4 marzo.
Brutte notizie per il M5S, che, secondo le ultimissime rilevazioni, starebbe perdendo consensi soprattutto al Nord. In particolare in Lombardia e in Veneto sarebbe sceso ampiamente sotto quota 20%, lontanissimo dal Centrodestra ma perfino dietro il Pd. Restano buone le percentuali a Roma e in generale nel Lazio e in alcune aree del Sud, ma la flessione in vaste zone del Nord rischia di compromettere il dato nazionale dei grillini.
Il Partito Democratico si conferma in profonda crisi e inchiodato intorno al 21 massimo 22%, almeno secondo diversi rumor. I collegi sicuri sono pochissimi, massimo una trentina tra Camera e Senato. Gli alleati del Pd, compresa la lista della ministra Lorenzin e +Europa di Emma Bonino, a fatica raggiungono l'1-2%. E quindi la coalizione è lontanissima dal Centrodestra.
Confermata la ripresa della Lega di Matteo Salvini. Primo partito in Veneto oltre il 30% e se la gioca in Lombardia intorno al 25% per la primo posizione. Molto bene anche in Piemonte, in Liguria, in Friuli Venezia Giulia. Ipotesi 20% in Emilia Romagna e oltre il 15% in Toscana, Marche e Umbria. Non solo, buoni dati al Centro e in alcune aree del Sud, soprattutto in Puglia, in Sardegna e in Abruzzo.
Forza Italia stabile e testa a testa con la Lega per risultare la prima forza della coalizione di Centrodestra. Berlusconi forte soprattutto al Sud, in particolare in Calabria, Sicilia e in alcune zone della Campania. Mentre al Nord la sfida con Salvini viene data per persa, in maniera clamorosa in Veneto dove la Lega potrebbe addirittura triplicare Forza Italia.
Fratelli d'Italia è sempre intorno al 5%, ampiamente sopra la soglia di sbarramento prevista dalla legge per il proporzionale. La quarta gamba del Centrodestra, che comprende anche l'Udc dopo l'accordo Cesa-Fitto, è abbastanza tonica e si colloca intorno al 3%. Molto forte al Sud, Sicilia e Puglia in testa, mentre al Nord le percentuali sono decisamente più modeste.
Liberi e Uguali di Pietro Grasso in ripresa dopo un periodo di debolezza e pare aver superato l'8%. LeU viene dato molto forte in Toscana ed Emilia Romagna (oltre il 10%), non male al Nord (soprattutto in Piemonte e in Liguria) mentre appare indietro in alcune Regioni meridionali e nelle Isole. Obiettivo 10% non impossibile.
La lista di estrema sinistra e anti-euro Potere al Popolo (sostenuta da Rifondazione Comunista, Pci, sinistra anticapitalista, piattaforma Eurostop) sembra al momento abbastanza lontana dal 3% ma comunque potrebbe oltrepassare quota 1-1,5%, toccando forse il 2%.
Da segnalare, infine, che a destra CasaPound, dopo gli ottimi risultati alle ultime Amministrative, in particolare a Ostia, potrebbe addirittura centrare l'obiettivo del 3% e fare così il suo ingresso in Parlamento. Al momento alcuni istituti danno CasaPound intorno al 2% ma l'accordo con Forza Italia e Berlusconi potrebbe spingere alcuni leghisti a votare per l'estrema destra.
Buon 1% per il Partito Comunista di Marco Rizzo.