Politica
Elezioni europee 2024: Pd 23%, Lega 14. In calo Fratelli d'Italia, M5S e FI
Elezioni europee 2024: le proiezioni dopo il voto in Trentino Alto Adige, Monza e Foggia
Il piccolo test elettorale degli scorsi giorni ci restituisce quindi l’immagine di quadro elettorale con alcuni movimenti che potrebbero intensificarsi e amplificarsi nei prossimi mesi
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Ora che i risultati definitivi della tornata amministrativa appena conclusasi sono disponibili, possiamo porci la classica domanda su come è andata. Il bilancio è a luci e ombre sia per le forze di maggioranza che per quelle di opposizione. Il centrodestra vedere confermato il presidente uscente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, con un risultato reale della Lega (che deriva dalla somma dei voti per la Lega e di quelli per la lista di Fugatti) che è buono (significativamente superiore a quello di FdI). D’altro canto, a Bolzano, avviene il viceversa (FdI diventa il primo partito italiano, mentre sia la Lega che la SVP appaiono ridimensionate). Le elezioni suppletive per il collegio di Monza e Brianza, per il seggio che fu di Silvio Berlusconi, hanno premiato Adriano Galliani, e quindi Forza Italia, ma con un’affluenza davvero bassissima. Passando al Sud, a Foggia vince la candidata del campo largo di centrosinistra (con inclusione del M5S), Maria Aida Episcopo, che ha ottenuto un consenso nettamente superiore a quello del candidato di centrodestra (e degli altri candidati). Dunque, hanno vinto un po’ tutti, il centrodestra, il centrosinistra, Fratelli d’Italia, la Lega, Forza Italia, con una distribuzione dei risultati positivi a macchia di leopardo passando da una zona all’altra, anche all’interno di una stessa regione.
I segnali interessanti dal punto di vista politologico sono i seguenti. A centrodestra, a parte l’exploit di Galliani, c’è un tendenziale indebolimento di Forza Italia, che si trova ancora nella fase di transizione post-Berlusconi. Tra i due principali partiti di centrodestra, ossia FdI e la Lega, c’è una parziale tendenza al riequilibrio, soprattutto nei territori di insediamento storico della Lega stessa. Il Pd nel complesso tiene bene e, laddove riesca a costruire un’alleanza di sistema con il M5S (che ha il suo bacino di voto soprattutto nel Sud), può anche vincere nettamente.
Il piccolo test elettorale degli scorsi giorni ci restituisce quindi l’immagine di quadro elettorale con alcuni movimenti che potrebbero intensificarsi e amplificarsi nei prossimi mesi. Forza Italia ha il tema dell’identità da ritrovare, FdI quello di far corrispondere maggiormente le promesse elettorali ai risultati ottenuti (e percepiti), la Lega quello di sfruttare un momento in cui i rapporti di forza con il principale partito di maggioranza si sono fatti meno rigidi, il Pd quello di andare in modo più deciso alla carica con una credibile proposta alternativa sia di programma che di alleanza politica (aspetti su cui il ruolo del M5S diventa importante se non imprescindibile).
Saranno i sondaggi in vista delle europee del 2024 a darci il polso dinamico della situazione, rispetto a questi possibili temi e ai conseguenti “spostamenti” di voto. Quali sono i partiti che, almeno in teoria, hanno più vantaggi da trarre dalla situazione più fluida in cui ci troviamo? A centrodestra, la Lega, che può recuperare voto da FdI e acquisire voto da Forza Italia. A centrosinistra, il Pd che ha ancora da giocare veramente gli asset del nuovo corso voluto dalla segretaria Schlein. Vogliamo tradurre questi spunti in un target di voto per questi due partiti per le europee 2024: diciamo obiettivo 14 per cento per la Lega, e obiettivo 23 per cento per il Pd. Ci riusciranno? Lo vedremo strada facendo.