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Politica
Elezioni Ostia: occhi puntati su CasaPound tra speranze e progetti futuri

Le elezioni di Ostia del 5 novembre hanno già un "vincitore": Casa Pound. Malgrado il primo turno delle consultazioni sia ufficialmente domani, gli occhi degli osservatori politici sono tutti puntati sulla "tartaruga frecciata", che negli ultimi tempi spopola sui media e che soprattutto, qualunque risultato dovesse conseguire alle urne (e i sondaggi indicano che potrebbe essere eclatante), si dimostrerebbe determinante al ballottaggio per il suo potenziale bacino di consensi. 

Luca Marsella, candidato di CPI alla presidenza del X Municipio e sfidante di Giuliana De Pillo del m5s, di Athos De Luca del Pd e di Monica Picca del Centrodestra unito, nel comizio di ieri ad Acilia, ricorda un fatto cruciale per un territorio dimenticato come quello di Ostia: "lunedì 6 novembre, comunque vada, tutti gli altri partiti se ne saranno andati, noi invece saremo qui come ci siamo sempre stati prima".

Sul palco assieme a lui, la compagna Carlotta Chiaraluce (anche lei candidata) e il Vicepresidente di CasaPound Italia, ovvero Simone Di Stefano. Sotto il palco, i militanti e i simpatizzanti di CPI con bandiere sventolanti, e una caratteristica che di rado oggi si trova nelle manifestazioni di piazza degli altri partiti: la gioventù. Giovanissimi infatti molti dei presenti, vestiti come i ragazzi di oggi, niente bomber e anfibi, niente simboli che rimandino a fascismi di sorta, "normalità" assoluta insomma. Come quella di Valentina Di Manna, sedicenne, che si è avvicinata a CasaPound portando aiuti per la raccolta alimentare, e che oggi è una delle sue più entusiaste sostenitrici. Con Valentina, tante ragazze e ragazzi dal viso pulito e composti nella loro passione di simpatizzanti. Chi si aspettava che al comizio finale di Luca Marsella ci fossero naziskin e richiami al Duce o alla violenza squadrista, rimane deluso

"Ci confondono con Forza Nuova, ma noi siamo tutt'altro" dichiara Federica, militante di CPI della prima ora, favorevole alle unioni gay, contraria a ogni forma di violenza su esseri umani e animali. "Vede gente violenta qui?" ci domanda. Al comizio è venuta con la figlia diciannovenne Valeria, che milita nelle schiere giovanili del partito. Valeria ci racconta che alle riunioni viene assegnato ai militanti un libro da leggere al mese, per poi riferire in pubblico. "Libri di Destra e libri di Sinistra", aggiunge subito, "per capire la differenza tra ideologie e schieramenti. Libri di Storia contemporanea, perlopiù. CasaPound favorisce la cultura dei militanti, infatti assieme ai pacchi alimentari ci sono anche degli aiuti per far studiare i figli delle famiglie disagiate".

Già, i pacchi alimentari, una delle punte di diamante della linea politica di CasaPound. Gli aiuti sono raccolti di fronte ai supermercati dalle donne di CasaPound, tantissime in piazza ad Acilia. "Per famiglie sfortunate italiane" precisa Mary Rinaldi, che si occupa anche di organizzare le giornate di assistenza cardiologica per chi non può permettersi una visita specialistica. "Un medico simpatizzante di CasaPound ci dà una mano gratuitamente, così come in ogni sezione ci sono avvocati volontari che fanno assistenza legale gratuita". Come Valerio Tamburini, avvocato ventottenne anch'egli presente al comizio di Luca Marsella, laureatosi prestissimo e già papà, e senz'altro uno degli esponenti più papabili per un futuro istituzionale non solo locale.

Vicino a Valerio c'è il geologo Fabrizio Manico, candidato a Ostia al consiglio municipale come David Zambrini, dirigente d'azienda, che ci parla del sostegno dei commercianti vessati di Ostia a CPI. "Guardi questa piazza" dice abbracciando con un gesto i presenti al comizio, "sono famiglie, commercianti, studenti e pensionati che vogliono riprendersi il territorio che è stato loro sottratto da anni di politiche contrarie al bene dei cittadini". Poco più in là incontriamo il coordinatore di CP Lazio, Mauro Antonini, che nutre molte aspettative sull'avvenire della "tartaruga frecciata". "E' dura vincere, e altrettanto arrivare al ballottaggio, ma dopo tanto tempo in cui venivamo visti come gli orchi cattivi, viene riconosciuto il nostro aiuto continuo agli italiani in difficoltà nelle periferie disagiate. Già questo è importantissimo." Brillano gli occhi al giovane Antonini nel raccontare delle attività della Solid Onlus che fa capo a CasaPound e che si occupa di aiutare i siriani massacrati dalla guerra, e ora anche attiva in Birmania. 

Come Luca Marsella, anche il coordinatore del Lazio è sicuro che CPI possa intercettare il voto di protesta che fino a qualche tempo fa andava al m5s. L'aria che tira è semplice da decifrare: entrati nelle istituzioni, i grillini si sono "seduti" e hanno dimenticato il territorio. ma c'è un'altra differenza sostanziale: i volontari di CPI si occupano di aiutare personalmente i cittadini in difficoltà, i grillini ai banchetti si occupano di raccogliere firme per referendum infattibili (e sconfessati di lì a poco) o vendere gadget per l'autofinanziamento, oltre che per fare pubblicità al blog di Beppe Grillo o a Rousseau (gestiti da privati). "E c'è un altro elemento da considerare" sottolinea  uno dei portavoce romani di CPI, Alessandro Calvo, "i nostri candidati partono da una base di consenso acquistata di persona, di là uno stuolo di anonimi entrato nelle istituzioni senza aver fatto nulla e senza cultura politica. Il voto di opinione si aggiungerà a questo.".

Intanto, dal palco, il candidato presidente respinge al mittente le accuse di violenza e di vicinanza con i clan mafiosi. "Giustizia a orologeria e macchina del fango, notizie costruite ad arte per screditarci. Ma i cittadini ci conoscono, perché sul territorio ci siamo da sempre, e sanno distinguere fra propaganda e fatti concreti". 

Simone Di Stefano, vicepresidente di CPI Italia, chiude il comizio con sobrietà, senza proclami né strilli, sottolineando quanto dichiarato da Marsella e Chiaraluce. Di Stefano ci ribadisce poi la totale condanna alle leggi razziali fasciste, e l'assoluta estraneità di CPI da iniziative quali le marce su Roma e affini. "La violenza e ogni genere di imposizione forzata non sono nel nostro DNA" aggiunge. Parte l'inno di Mameli, tutti cantano, candidati, dirigenti e simpatizzanti. Un monito, quell'inno, e probabilmente un'eco di futuro: Ostia è il primo passo, le istituzioni nazionali quello successivo. 

 

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