Politica

Firenze, il docufilm di Renzi: Roberto Benigni leggerà Dante?

Giuseppe Vatinno

Renzi e la battuta su Di Maio: "C'è un congiuntivo, potrebbe non capire"

Firenze, il docufilm di Renzi: Roberto Benigni leggerà Dante?

Roberto Benigni, si sa, ha la fissa per Dante e da anni si esibisce appena può nella lettura (quando va bene) o nella recitazione (quando va male) del grande poeta, fiorentino come lui e come Matteo Renzi.

Gran rotear di occhi, grandi aspirazioni di acca alla toscana, sguardo spiritato, un po’ di saliva che inevitabilmente vola e giù con il “ghibellin fuggiasco” in un tripudio di luci e inquadrature ardite.

Poi da quando ha vinto il premio Oscar e Renzi se lo portò alla Casa Bianca da Obama, il fenomeno è divenuto inarrestabile e la Divina Commedia, opera somma della letteratura italiana, è divenuta proprietà privata del comico fiorentino che la sgancia ovunque può, sempre, naturalmente, a favore di telecamere, come si suol dire.

Benigni è quello che, per seguire Matteo Renzi, allora quadriga del cocchio dorato del potere, ripudiò anni ed anni di retorica sulla “Costituzione più bella del mondo” per appoggiare il referendum per cambiarla completamente (la Costituzione), referendum del resto fallito con esiti disastrosi per la sinistra e lo stesso Renzi.

Dopo quella giravolta che i social non gli perdonarono e neppure i fan, ecco che però Benigni ricicla su un set cinematografico, e fino a qui niente di male, ma si tratta di una occasione un po’ speciale. Indovinate chi è il conduttore del docufilm su Firenze? Ma lui! Sempre Matteo Renzi, quello che aveva detto che sarebbe stato zitto a fare di mestiere il senatore toscano.

Matteo da Firenze, appena calato il buio, si è materializzato l’altro giorno nella Cappella di San Zenobi, nel Duomo, con tanto di scorta insieme a Lucio Presta, manager delle star italiche che ha progettato questo programma di otto puntate insieme all’ex premier, trasmesso, forse, da Mediaset su Rete 4, magari come prova d’amore per il Nazareno 2, “Il Ritorno”. Ma non solo. Le mire di propalaggio del film sono addirittura all’estero: Germania, Francia, Spagna. E poi, l’Obama fiorentino fa come quello vero, nel suo piccolo, sostituendo il Potomac all’Arno, e così è pure lui in trattativa con Netflix, semmai il Berlusconi dovesse far capricci.

Renzi e la battuta su Di Maio: "C'è un congiuntivo, potrebbe non capire"

E dunque via con Renzi che, microfono in mano, sembra Angela Fjolo e che racconta la Congiura de’ Pazzi, probabilmente ricordando quanto è avvenuto pure a lui. Per la cronaca storica la famiglia dei Pazzi cercò di fare fuori quella dei Medici, i signori di Firenze, rimanendone sterminati (Francesco, Jacopo e Renato furono impiccati) grazie alla pronta reazione popolare. Ed è allora che Matteo Medici si lascia sfuggire una battutaccia “questa la rifacciamo che Di Maio potrebbe non capirla”, a causa della presenza di un congiuntivo. Insomma il solito Matteo, acido e pieno di sé, nonostante le continue batoste elettorali che ha preso.

Ma Benigni crede nel futuro politico di quest’uomo e quindi parte di Divina Commedia, per l’ennesima volta, anche se Presta oggi ha smentito quanto riportato dal Corriere della Sera.