Politica

La Spagna socialista ha provato a impallinare Fitto. Mossa disinnescata da Meloni. Esclusivo

Di Alberto Maggi

Orban: "Voteremo per Fitto, eccellente e perfetto in Europa"

E' sicuro che non mancheranno altre scintille sull’asse Roma-Madrid

"Ovviamente voteremo per Fitto, uomo eccellente e perfetto per questo lavoro" in Europa, detto il premier ungherese Viktor Orban lasciando il pre-vertice dei Patrioti a Bruxelles. E' la conferma dell'asse nato, dietro le quinte, tra Conservatori Riformisti guidati da Fratelli d'Italia, Popolari e Patrioti di cui fa parte la Lega.

E nonostante le schermaglie con le opposizioni (e le non poche questioni aperte in maggioranza all'indomani del varo del Cdm della manovra 2025 e del vertice a tre con Antonio Tajani e Matteo Salvini nella capitale belga), Giorgia Meloni tira dritto sul fronte europeo per blindare il suo fedelissimo Raffaele Fitto alla vicepresidenza esecutiva della Commissione europea.

I meloniani si dicono soddisfatti del dibattito parlamentare di martedì nella quale Meloni non ha mancato di richiamare le opposizioni a fare il massimo per convincere le rispettive famiglie politiche europee a sostenere la conferma di Fitto nell’audizione che lo attende il 12 novembre prossimo.

Un affondo, tutto sommato felpato, che però pare aver colpito nel segno soprattutto dentro al Pd, dove da tempo l’ala schleiniana e quella dei big di territorio eletti a Bruxelles (Bonaccini, Decaro, Nardella) si confrontano sul da farsi rispetto a Fitto: sostenerlo nell’ottica della coesione nazionale o lasciare che i socialisti europei continuino a martellarlo? In fondo, sussurrano i luogotenenti meloniani, è proprio per questo che Meloni non ha voluto sorvolare sul tema, anche a costo di esporsi a uno scambio di accuse e smentite sul comportamento tenuto cinque anni fa da FdI nei confronti del commissario designato Paolo Gentiloni.

La premier non ha gradito il tentativo della capogruppo socialista a Bruxelles, la spagnola Iratxe Garcia Perez, di collocare l’audizione di Fitto come ultima nel calendario, con il chiaro intento di tenere il commissario italiano in ostaggio fino all’ultimo minuto e, se necessario, provare ad impallinarlo. Un tentativo non andato in porto grazie alla copertura offerta al meloniano tanto dai Popolari quanto dai Patrioti.

Una “pallottola spuntata”, insomma, tanto che nei giorni scorsi lo stesso Fitto e la capogruppo socialista hanno avuto un primo incontro. “Interlocutorio”, lo definiscono fonti di entrambe le parti, ma comunque un segnale di disgelo. Eppure, proprio in queste ore non sono mancate e - c’è da scommettere - non mancheranno le scintille sull’asse Roma-Madrid: ancora ieri la vice di Sanchez, Yolanda Diaz, ha attaccato Meloni per l’accordo con l’Albania sull’immigrazione e, assicurano i ben informati, i due leader non se le sarebbero mandate a dire nemmeno ieri sera nel vertice Ue sul Medio Oriente.

Eppure è difficile pensare che i leader socialisti (Sanchez e Scholz su tutti) possano arrivare a far votare i loro eurodeputati contro l’avvio della nuova Commissione targata Ursula. La Spagna perderebbe le deleghe pesanti assegnate alla pasionaria rosso-verde Teresa Ribera e si entrerebbe in uno scenario mai verificatosi prima d’ora, che probabilmente non conviene a governi ormai deboli come quelli di Madrid e Berlino.



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