Politica

Forza Italia nel caos: guerra dei ministri azzurri a Berlusconi. Scissione?

Di Alberto Maggi

Berlusconi dice addio al proporzionale in cambio della candidatura al Quirinale. E in Forza Italia è il caos



Ma la scelta di Berlusconi di restare saldamente con Carroccio e FdI ha mandato su tutte le furie l'ala governativa di Forza Italia. La miccia che ha fatto esplodere il partito è stata l'elezione del nuovo capogruppo a Montecitorio, a seguito dell'elezione alla guida della Regione Calabria di Roberto Occhiuto. L'ex Cav ha scelto Paolo Barelli, uomo vicinissimo ad Antonio Tajani, mentre i ministri azzurri puntavano sul moderato Sestino Giacomoni. Una decisione, quella di Berlusconi, che ha scatenato l'ira in particolare di Mariastella Gelmini, ministra degli Affari regionali che ha parlato anche a nome di Mara Carfagna e Renato Brunetta. "Qualcuno racconta falsità a Berlusconi", ha affermato Gelmini nell'assemblea del gruppo alla Camera.

E nel mirino - spiegano fonti azzurre - sono finiti oltre a Tajani anche i più filo-Salvini e Meloni del partito capitanati da Licia Ronzulli. Sotto la cenere c'è il fuoco, recitano gli anziani. E la saggezza di chi è avanti con l'età spiega in modo plastico che cosa sta accadendo e che cosa potrebbe accadere presto in Forza Italia. E' evidente che i governativi azzurri, circa la metà dei gruppi parlamentari, puntavano proprio sul sistema proporzionale per sganciarsi dall'abbraccio con la destra e poter giocare dopo le elezioni una partita in piena autonomia, dialogando direttamente con Enrico Letta, Giuseppe Conte, Matteo Renzi e Carlo Calenda.

L'impegno di Berlusconi a rifiutare ogni tipo di riforma in senso proporzionale sega le gambe ai moderati azzurri, tanto che qualcuno ipotizza che a questo il motto sarà "mani libere". In sostanza, i governativi azzurri - un vero colpo di scena - potrebbero anche non votare Berlusconi al Quirinale, sempre che il partito non esploda prima di febbraio e non si arrivi a una clamorosa scissione con Gelmini, Carfagna e Brunetta pronti a fondare un nuovo movimento centrista che dialoghi con il Pd e che si stacchi da Lega e Fratelli d'Italia. D'altronde, in queste settimane di dura contrapposizione, dai ministri azzurri non è arrivata una parola di critica nei confronti della ministra dell'Interno Luciana Lamorgese. E non è affatto un caso...

 

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