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Giorgetti, siluro a Salvini: Savoini? Avevo messo in guardia Matteo

LEGA: GIORGETTI, 'SAVOINI E D'AMICO SPROVVEDUTI, AVEVO AVVERTITO SALVINI'

''Un contratto di quel genere dei russi con l'Eni? Ha le stesse probabilità che ho io di ricevere un'offerta per allenare l'Inter". Così Giancarlo Giorgetti a proposito della vicenda russa che ha coinvolto stretti collaboratori di Matteo Salvini, nel libro di Bruno Vespa ''Perché l'Italia diventò fascista (e perché il fascismo non può tornare)'' in uscita il 6 novembre da Mondadori Railibri.

"Che cosa penso dell'incontro al Metropol? -dice l'ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio- Savoini e D'Amico sono due sprovveduti avvicinati da mediatori d'affari che li immaginavano dotati di poteri magici. Altri pensavano che arrivassero fino a Salvini. Figurarsi. Però, ogni loro passo era monitorato (da servizi segreti), erano polli lasciati correre in libertà". E voi?, chiede Vespa: ''Avevo informato Salvini e lo avevo messo in guardia. Ma lui, in assoluta buona fede, riteneva che fossero simpatici romantici assolutamente innocui, senza poter fare alcun danno". Invece "Quando è arrivato il momento di danneggiare Salvini, li hanno messi in piazza ridicolizzandoli: con tutto il rispetto, figuriamoci se qualcuno avrebbe seriamente trattato di tangenti con quei due. Ma il danno d'immagine per Salvini è stato enorme, visto che lo avevano sempre accompagnato in Russia''. Sono stati gli americani a tirar fuori il nastro? ''Penso a una fonte europea -risponde Giorgetti- un paese importante che aveva interesse a danneggiare Salvini. Gli americani sapevano tutto di questa storia. Dove cominciava e dove finiva''.