Politica

Governo Lega divisa in 2: Salvini da un lato, poi tutti gli altri. Inside choc

Alberto Maggi

Governo Salvini: ecco che cosa accade davvero nel Carroccio. Governo, M5S, Meloni...

Ormai esistono due leghe. In Parlamento ne sono convinti praticamente tutti, a partire da molti deputati e senatori dello stesso Carroccio. "La prima è quella di tutti tranne il segretario che, a partire dai Ministri, non sopportano più i 5 Stelle e questa alleanza di governo con litigi quotidiani praticamente su ogni materia", spiega una fonte di Centrodestra di alto livello e che ha contribuito in passato alla nascita della stessa alleanza fino all'accordo del 4 marzo 2018. "Poi c'è lui, Matteo Salvini. Che continua a voler andare avanti - nonostante tutto e nonostante tutti - con l'esecutivo Conte e con i pentastellati".

Ma per quale motivo il ministro dell'Interno tira dritto e non intende ascoltare le sirene che arrivano da Giorgia Meloni per dar vita ad un governo sovranista? I motivi sono tre. Il primo è legato ai sondaggi. Questa posizione della Lega in seno al governo del Cambiamento ha consentito al Carroccio di arrivare a percentuali impensabili fino a pochi mesi fa. Tutti i sondaggi danno il partito di Salvini oltre il 30% e alcuni addirittura al 35 proprio grazie al fatto - spiegano in Transatlantico - di essere il secondo partito di maggioranza e di poter continuare nel rapporto a dir poco dialettico con i 5 Stelle.

Il secondo motivo - raccontano questa volta da Fratelli d'Italia - è che "è molto più facile avere a che fare con Di Maio e Toninelli che non con la Meloni o Brunetta. Gente che studia i dossier e che arriva ai tavoli preparata". Chi conosce Salvini da anni afferma senza alcun dubbio che il leader leghista "teme molto la Meloni, primo perché donna e secondo luogo perché molto puntigliosa e precisa. Un osso duro con cui trattare".

Il terzo motivo che spiega la linea di Salvini è il fatto che un conto è fare il vicepremier e ministro dell'Interno (con due bravi sottosegretari come Stefano Candiani e Nicola Molteni che portano avanti il lavoro al Viminale) e un conto è fare il presidente del Consiglio. Perché in un eventuale governo Lega-FdI-Forza Italia (che passerebbe comunque da nuove elezioni perché in questo Parlamento un'altra maggioranza è impossibile) Salvini sarebbe ovviamente il premier e in quel ruolo - spiegano fonti parlamentari - "dovrebbe stare venti ore al giorno a Palazzo Chigi sui dossier caldi senza poter giocare quel ruolo mediatico che gli consente di stare in mezzo alla gente, sia fisicamente sia sui social, che è proprio la forza del segretario leghista".

E quindi per ora si va avanti così, con liti infinite ed estenuanti con i 5 Stelle ma con Salvini che non ascolta i suoi e non stacca la spina. Quanto ai rapporti tesi con la Meloni di queste settimane - di cui Affaritaliani.it ha ampiamente scritto - in FdI non si spaventano e spiegano l'atteggiamento di Salvini e del Carroccio con il fatto che "in vista delle elezioni del 26 maggio a far paura sono soprattutto i concorrenti elettorali. Quindi non certo il Pd, ma nemmeno Forza Italia (con i quali infatti Salvini ha quasi smesso di polemizzare) bensì il M5S (ecco spiegati gli scontri quotidiani nel governo) e soprattutto Fratelli d'Italia, partito di destra che su temi chiave come Europa e immigrazione usa più o meno lo stesso linguaggio della Lega".