Politica
Governo, Padoan premier al posto di Renzi. Il piano Bce-Ue-Germania
Governo, Renzi come Berlusconi nel 2011? Insight
Nel 2011 è stato Mario Monti. Nel 2016 potrebbe toccare a Pier Carlo Padoan. Secondo quanto Affaritaliani.it ha appreso da fonti qualificate, si starebbe studiando un piano B sull'asse Roma (Quirinale)-Francoforte (Bce)-Berlino (Cancelleria)-Bruxelles (Commissione Ue) da mettere in pratica nel caso in cui Matteo Renzi dovesse "saltare", o per le tensioni politiche nel Pd o per la fibrillazione nell'Ncd-Area Popolare o dopo un'eventuale sconfitta al referendum istituzionale del prossimo autunno. I mercati finanziari e le istituzioni europee vogliono stabilità politica e soprattutto puntano su chi li rassicura sulla tenuta dei conti pubblici.
Fonti vicine alla Commissione europea sottolineano con particolare interesse le parole pronunciate dal ministro Padoan due giorni fa in televisione. "Le risorse non sono molte. Noi abbiamo un debito ancora molto alto, sta cominciando a scendere, ma ogni anno richiede centinaia e centinaia di miliardi di rifinanziamento sui mercati. I mercati devono essere convinti, e lo sono, che prestare all'Italia è un buon affare. Devono continuare", ha affermato il titolare di Via XX Settembre a diMartedì parlando dei 'desiderata' del presidente del Consiglio per la Legge di Stabilità, dall'Irpef al bonus famiglia. Si tratta di un elenco di priorità "che andranno rese compatibili con il quadro complessivo".
Le parole di Padoan sono musica per le orecchie dei tecnocrati della Bce e della Commissione. E' evidente che Renzi, soprattutto dopo la sconfitta ai ballottaggi del 19 giugno, spinge per una manovra popolare di riduzione delle tasse, anche in chiave referendum (visti i sondaggi poco promettenti per il sì). Padoan però frena e nel ricordare il debito pubblico elevato fa proprie le raccomandazioni di Bruxelles e in particolare della Germania del duo Merkel-Schaeuble.
"Se il premier insiste troppo sul taglio delle tasse e non rispetta gli impegni con l'Europa parte lo spread nonostante il QE di Draghi", spiega un'analista di una primaria sim milanese. E l'incubo del differenziale Btp-Bund, che costò la poltrona a Berlusconi cinque anni fa, potrebbe proprio essere lo strumento utilizzato dai mercati (e dai tecnocratici europei) come mezzo di pressione sul governo italiano. Insomma, o Renzi mette da parte i piani "troppo ambiziosi" oppure è pronto un esecutivo a guida Padoan con la benedizione di Bce, Commissione e Cancelleria tedesca.