Politica

Governo, Renzi al Viminale (e non solo). Ecco il rimpasto, nomi. Ma...

Di Alberto Maggi

Per Renzi Interno e Nato (non solo). L'offerta per scongiurare la crisi. No del Quirinale all'ipotesi responsabili. Elezioni non escluse

 

Due sono i punti fermi dell'intricata situazione politica: il Quirinale, nel probabile rimpasto di governo, non vuole toccare Esteri, Difesa ed Economia. E quindi resteranno al loro posto Luigi Di Maio, Lorenzo Guerini e Roberto Gualtieri. Altro diktat del Colle è niente responsabili, ipotesi alla quale invece Palazzo Chigi starebbe pensando seriamente per sostituire Italia Viva. Il presidente della Repubblica, in sostanza, vuole una maggioranza certa (e quindi questa maggioranza - attenzione alle parole, non questo presidente del Consiglio) e non un esecutivo che si tiene su numeri ballerini e che sarebbe praticamente a rischio a ogni votazione.

Detto ciò, dopo la quasi rottura di venerdì sera nella riunione tra i capidelegazione della maggioranza sulla nuova bozza del Recovery Plan, l'ipotesi più probabile rimane quella del Conte ter e di un corposo rimpasto. Il problema è che il premier non vuole dimettersi, passaggio considerato solo in teoria formale, perché teme che Matteo Renzi possa poi chiedere al Capo dello Stato un altro presidente del Consiglio. Si lavora dunque al faticosissimo accordo per trovare una soluzione che accontenti tutti ed eviti le dimissioni formali di Conte.

I gruppi parlamentari di Pd, M5S e LeU non vogliono assolutamente le elezioni anticipate, che ovviamente sarebbe una mazzata per molti visto il recente taglio approvato a furor di popolo, e sperano in un rimpasto per far entrare nell'esecutivo quei molti parlamentari che scalpitano. Per i Dem in odore di ministero ci sarebbero tre big: Andrea Marcucci, Graziano Delrio e Andrea Orlando. Per i 5 Stelle, invece, a fare il loro ingresso nel governo sarebbero sicuramente Carla Ruoco e il deputato Luigi Gallo.

Ma che cosa otterebbe Renzi per accettare il rimpasto senza passare dalle dimissioni (formali) del premier? Oltre a una corposa e sostanziosa revisione del Recovery Plan, la guida del ministero dell'Interno per se stesso (sacrificata dunque la tecnica Luciana Lamorgese). Non solo, per Renzi, stando a quanto risulta ad Affaritaliani.it, ci sarebbe anche la candidatura al ruolo di segretario generale della Nato (nel 2022 scade il mandato di Jens Stoltenberg), visti anche gli ottimi rapporti con il nuovo presidente Usa Joe Biden conosciuto negli anni in cui era vice di Barack Obama. A Italia Viva andrebbe anche un sottosegretario di peso, visto che al momento ha soltanto Ivan Scalfarotto agli Esteri.

Non solo, il presidente del Consiglio sarebbe anche pronto a cedere la delega ma comunque a persone di fiducia. I nomi in ballo sono l'attuale sottosegretario alla presidenza Consiglio Mario Turco e il segretario generale di Palazzo Chigi Roberto Chieppa.

Il quadro si tiene, forse, nella misura in cui tutto fili liscio, ipotesi possibile ma non scontata. Qualora invece non si dovesse trovare la quadra e si arrivasse alla sfiducia in Aula di Conte e del governo, l'ipotesi più probabile è quella di un esecutivo ponte che concluda l'iter del Recovery e che porti il Paese a elezioni politiche anticipate (con il Rosatellum) tra fine maggio e inizio giugno.