Politica
Governo, Rixi: "Decide Salvini ma basta passi indietro, M5s spietati"
"Io ho già detto a Matteo che deciderà lui. Faccio quello che decide Salvini, non quello che decide Di Maio", ma "non possiamo sempre fare passi indietro"
"Io ho già detto a Matteo che deciderà lui, ha la mia massima disponibilità. Faccio quello che decide Salvini, non quello che decide Di Maio", ma "non possiamo sempre fare passi indietro. Conte è il mio premier, ma se io sono viceministro è perché lo ha voluto Matteo". Lo dice il viceministro alle Infrastrutture, Edoardo Rixi, in un'intervista al 'Corriere della Sera', a proposito di sue eventuali dimissioni in caso di condanna.
"Quella legge, fatta ai tempi di Monti, è una roba sbagliata. Non puoi -spiega- mettere l'esecutivo sotto ricatto. Devi dire di sì a tutti, sennò il primo no che dici arriva uno e ti fa un esposto alla procura. E il M5S che fa? Una campagna per dire che la corruzione è un problema endemico dell'Italia, così lo spread vola a 350".
"Mi girano le scatole perché questa vicenda è nata da una sciocchezza, da un emendamento dello sblocca cantieri su cui abbiamo litigato. Come si può strumentalizzare cose così? Io con i 5Stelle sono sempre stato
corretto e mi ha dato molto fastidio il loro atteggiamento spietato. Se ritieni che la vita degli altri non sia importante e la tua ideologia supera la tua umanità, finisci per giustificare anche i campi di sterminio"
"Loro -insiste Rixi- devono capire se vogliono dare una prospettiva all'Italia, o se cercano una scusa per non farlo.Se si toglie Rixi e si fa l'autonomia io ci sto. Ma se il tema è far vedere che comandano ancora loro..."
Quanto all'esito del processo, "ho paura -conclude il viceministro- che finisca in Cassazione, come per Ignazio Marino. Ho sentito di un giudice imparentato con un senatore 5 Stelle. Ma fortunatamente non
sta nel mio collegio giudicante".
L'esito del processo sulle 'spese pazze' in Liguria arriverà giovedì per Rixi, il sottosegretario leghista ai Trasporti, dopo che Di Battista, il sottosegretario Buffagni, il senatore Paragone e lo stesso Di Maio hanno chiarito e sottolineato come la posizione del Movimento Cinque Stelle è la medesima di quella espressa per il caso Siri.