Politica

Insulti a Mattarella su Facebook e Twitter, in 39 rischiano 15 anni di carcere

Attentato alla libertà del Capo dello Stato e istigazione a delinquere le ipotesi di reato per una quarantina di persone indagate

Facebook e Twitter potrebbero essere la rovina per 39 persone che insultarono il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, all'epoca dello stallo nella formazione del governo e nelle frenetiche ore in cui Luigi Di Maio gridava all'impeachment - presto sconfessato - per la prima carica dello Stato.

La procura di Palermo sta attualmente investigando una quarantina di profili social, prefigurando il reato di attentato alla libertà del presidente della Repubblica. Al momento sono già indagate tre persone: il palermitano Manlio Cassarà che scrisse “hanno ucciso il fratello sbagliato” alludendo all’assassinio di Piersanti Mattarella ammazzato dalla mafia; Michele Calabrese, artefice di un pensiero analogo, ed Eloisa Zanrosso autricve del post: “ti hanno ammazzato il fratello, non ti basta?”.

Offesa all'onore e al prestigio del presidente della Repubblica e attentato alla sua libertà, questa la tipologia di reato ipotizzata nonché punibile con il carcere fino a 15 anni. E non è tutto, gli inquirenti stanno vagliando anche l'ipotesi di istigazione a delinquere. La Digos sta al momento esaminando scrupolosamente i profili social dai quali partirono insulti, ingiurie e minacce al Capo dello Stato per accertarsi che appartengano a persone esistenti o a eventuali fake e, in tal caso, procedere a identificarne identità e provenienza.