Politica

Italia chiusa per Ferragosto: outsider alla sfida della raccolta delle firme

Di Lorenzo Zacchetti

Gli uffici elettorali sono chiusi per ferie in molti comuni, una scelta contestata sul piano legale. Cappato va avanti con lo Spid e Palamara lo sostiene

Uffici elettorali chiusi per ferie, la protesta: "Non è legale"

 

È Ferragosto e l'Italia si ferma. Una legge non scritta, ma implacabile, che riguarda anche gli uffici elettorali dei comuni, nonostante l'immimente scadenza del 21 agosto. È questa la deadline entro la quale le forze non già rappresentate in Parlamento debbono presentare le firme (circa 40.000) per potersi presentare alle elezioni del prossimo 25 settembre.

Convincere gli italiani a sostenere il percorso della propria lista elettorale, tra uno Spritz e una grigliata, è veramente una mission:impossible e la chiusura degli uffici in molti comuni dello Stivale complica il tutto.

Per questo Unione Popolare (il cartello guidato da Luigi De Magistris, con Rifondazione Comunista e Potere al Popolo come azionisti di maggioranza) parla persino di “pesante discriminazione antidemocratica”. C'è anche il dubbio di illegalità di questa chiusura ferragostana, in quanto i Comuni sono tenuti a rilasciare le certificazioni entro 24 ore dalla loro richiesta, anche nei giorni festivi. La senatrice Paola Nugnes (gruppo misto, in quota ManifestA-Rifondazione-PaP) ha presentato un'interrogazione sul punto alla ministra dell'Interno Luciana Lamorgese. 

 

Il nodo delle firme con lo Spid: Draghi e Mattarella ancora tacciono

 

Ha scelto una strada diversa Marco Cappato, leader della lista “Referendum e Democrazia”. Come anticipato in questa sua INTERVISTA AD AFFARITALIANI.IT, ha dato il via alla raccolta delle firme in digitale, con l'uso dello Spid. Una scelta ancora non suffragata dall'intervento chiarificatore di Mario Draghi e/o di Sergio Mattarella, più volte chiamati in causa da Cappato, ma che pare conforme alla legge, anche senza il provvidenziale decreto scritto per spazzare via i dubbi interpretativi.

Una tesi sostenuta anche da Luca Palamara, che ha presentato al Viminale il simbolo della sua lista “Palamara oltre il sistema”: “Per quanto riguarda le firme credo che sia giusto sposare appieno l'iniziativa di chi come Cappato dice usiamo la tecnologia per raccogliere le firme in modo digitale. Altrimenti che senso ha usare la forma digitale per la burocrazia e non usarla per impedire la democrazia e agli italiani di votare per chi vorrebbero e non per coloro che non devono raccogliere le firme e che si sono auto garantiti?", commenta l'ex magistrato.