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Politica
L'Italia teme attentati imminenti. Controlli alla frontiera con la Slovenia

"Il ripristino dei controlli alle frontiere interne, gia' adottato nell'area Schengen, e' stato comunicato dal ministro Piantedosi alla vicepresidente della Commissione europea Margaritis Schinas"

"Il governo italiano ha comunicato la reintroduzione dei controlli delle frontiere interne terrestri con la Slovenia, in base all'articolo 28 del Codice delle frontiere Schengen (Regolamento Ue 2016/339). Il ripristino dei controlli alle frontiere interne, gia' adottato nell'area Schengen, e' stato comunicato dal ministro Piantedosi alla vicepresidente della Commissione europea Margaritis Schinas, al commissario europeo agli Affari interni Ylva Johansson, alla presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, al segretario generale del Consiglio dell'Unione europea The're'se Blanchet e ai ministri dell'Interno degli Stati membri Ue e dei Paesi associati Schengen". Così si legge in una nota di Palazzo Chigi.

Un comunicato che non nasconde il timore del governo di un attacco terroristico imminente da parte di radicalisti provenienti dalla rotta balcanica. Certo è che l'attenzione deve anche concentrarsi sulle cosiddette "cellulle dormienti" come i due egiziani arrestati a Milano, proprio ieri, e pronti ad agire.

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Controlli alla frontiera con la Slovenia, come funziona lo stop a Schengen 

C'e' "l'intensificarsi dei focolai di crisi ai confini dell'Europa e in Medio Oriente", con il conseguente "aumento del livello della minaccia di azioni violente anche all'interno dell'Ue" alla base della decisione italiana di sospendere temporaneamente l'Accordo di Schengen ripristinando i controlli alle frontiere interne terrestri con la Slovenia. Allarme confermato dai recenti attentati in Francia e Belgio e aggravato dalla costante pressione migratoria cui e' esposta l'Italia sia via mare (oltre 140mila sbarcati da gennaio, l'85% in piu' rispetto al 2022) sia via terra (nel solo Friuli Venezia Giulia dall'inizio del 2023 sono entrate irregolarmente sul territorio nazionale oltre 16mila persone).

Meloni: "Mia piena responsabilità sui controlli al confine"

Con il Ministro degli Interni Matteo Piantedosi abbiamo comunicato in sede europea la decisione del Governo italiano di ripristinare i controlli alla frontiera tra Italia e Slovenia. La sospensione del Trattato di Schengen sulla libera circolazione in Europa si è resa necessaria per l'aggravarsi della situazione in Medio Oriente, l'aumento dei flussi migratori lungo la rotta balcanica e soprattutto per questioni di sicurezza nazionale, e me ne assumo la piena responsabilità". Lo scrive sui social la premier Giorgia Meloni. 

Vertice governo-Servizi sul rischio terrorismo 

"Si è tenuta una riunione a Palazzo Chigi presieduta dal Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, con i ministri degli Esteri, Antonio Tajani, dell'Interno, Matteo Piantedosi, della Giustizia, Carlo Nordio, con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, e con i vertici dell'intelligence. L'incontro ha avuto lo scopo di valutare la situazione nella Striscia di Gaza e in Israele, le ripercussioni e gli sviluppi nell'area mediorientale e le conseguenti ricadute in termini di rischio di terrorismo, anche alla luce degli ultimi episodi avvenuti in Francia e in Belgio". Lo rende noto Palazzo Chigi.

Crosetto: "Con caso ospedale rischi vendetta radicalizzati"

"Un incidente come quello dell'ospedale può portare magari 5, 10, 100 persone a pensare di dover vendicare una cosa che magari non sappiamo neanche da chi sia stata causata e questo è imprevedibile. I servizi segreti, i servizi di sicurezza italiani hanno monitorato in questi anni tutte le persone a rischio estremismo, ma purtroppo, come ha dimostrato e dimostrano i fatti del Belgio, ogni giorno arrivano migliaia di persone e tra queste migliaia di persone può esserci chiunque". Così il ministro della Difesa Guido Crosetto sui rischi di sicurezza dovuti alla crisi in Medio Oriente, dopo l'incontro in Qatar con l'emiro Sheikh Tamim. 

RIPRISTINO DEI CONTROLLI - Sono due le procedure adottabili in casi come questo, una ordinaria (articolo 25 del Codice Schengen) e una straordinaria (articolo 28), quella scelta dal governo e motivata con una lettera del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. Nel primo caso, il ripristino dei controlli, di carattere eccezionale e temporaneo ('extrema ratio'), deve fondarsi sul presupposto di una "minaccia grave per l'ordine pubblico e la sicurezza interna" e puo' protrarsi per una durata complessiva, incluse eventuali proroghe, non superiore a 6 mesi (singoli periodi non superiori a 30 giorni ciascuno) ovvero "per la durata prevedibile della minaccia grave se questa supera i 30 giorni". 

Il ripristino dei controlli deve essere notificato alla Commissione e agli altri Stati membri almeno 4 settimane prima o in tempi piu' brevi, "se le circostanze che rendono necessario il ripristino... sono note meno di 4 settimane prima del ripristino previsto". L'Italia ha fatto ricorso, come detto, alla procedura d'urgenza, finalizzata al ripristino immediato dei controlli. In questo caso, la prima sospensione - regolamento alla mano - non puo' superare i 10 giorni (si parte il 21 ottobre), mentre le eventuali successive proroghe possono arrivare anche a periodi di 20 giorni ciascuna, sino ad un massimo complessivo di due mesi.

Raggiunto il termine massimo, e' possibile attivare la procedura ordinaria, prorogando la sospensione Schengen di ulteriori quattro mesi, fino ad un totale complessivo di sei mesi. Sulla base di valutazioni nazionali, le misure di polizia alla frontiera italo-slovena non sono state ritenute sufficienti a garantire il livello di sicurezza necessario. I controlli saranno attuati in modo tale da garantire la proporzionalita' della misura e saranno calibrati in modo da causare il minore impatto possibile sulla circolazione transfrontaliera e sul traffico di merci. L'ulteriore sviluppo della situazione e l'efficacia delle misure adottate verranno analizzati costantemente, nella prospettiva di un auspicato rapido ritorno alla piena applicazione del regime di libera circolazione. La sospensione dell'Accordo di Schengen non e' una circostanza rara: negli anni i vari Paesi Ue vi hanno fatto ricorso gia' 387 volte, per i motivi piu' diversi. L'Italia, ad esempio, in occasione del G8 dell'Aquila (2009), del G7 di Taormina (2017) e del G20 di Roma (2021).

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