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Politica
L'UE sta finendo i soldi. Non reggerà. La rivelazione del giornale tedesco
Ursula Von Der Leyen

L'economia dell'Ue in crisi: Bruxelles ricorre a trucchi e politiche di annuncio

“La disponibilità a iniettare denaro è bassa, soprattutto in Germania, il più importante contribuente netto dell'UE”, rivela l’Handelsblatt, ben informato su quanto accade a Bruxelles, “gli Stati membri si oppongono anche ai piani del Parlamento europeo di fornire alla Commissione maggiori entrate proprie. Molto denaro è già stato promesso”, come i 750 miliardi per gli aiuti post Covid (in Italia i miliardi del PNRR). “Non c'è da meravigliarsi che la Commissione europea debba ricorrere a trucchi e politiche di annuncio”, spiega l’Handelsblatt. La solita fuffa con piani distruttivi per le economie del Paesi del Mediterraneo e politiche fintamente espansive che alla fine risultano positive solo per le economie di Cina e USA.

Considerando che “l'80 per cento dei fondi di bilancio è stanziato stabilmente, ad esempio per la politica agricola comune o il fondo di coesione, che ha lo scopo di allineare il potere economico in Europa”, il margine per far uscire altro denaro o fare investimenti è presto che finito, racconta il giornale tedesco. Alla fine restano “30 miliardi di euro all'anno per sostenere l'Ucraina, accelerare la trasformazione energetica, rafforzare l'industria dei chip, aumentare la produzione interna di tecnologia pulita , aprire nuove fonti di materie prime e contrastare l'iniziativa cinese della Via della Seta”. Un po' pochino, per tanti settori nevralgici.

Costretta in rigidi regole e spese obbligatorie, l'UE non può fare interventi espansivi e tanto meno può realizzarli con la maggioranza politica e la struttura di burocrati in essere. “Con l'attuale struttura di bilancio, l'Europa non è all'altezza delle sue sfide”, dice sempre il quotidiano di Düsseldorf. Le riserve previste dal bilancio dell'UE sono quasi esaurite. In più anche solo il modo di pensare il bilancio è inadatto. La particolarità del bilancio dell'UE è che non è fissato per un anno, ma per sette anni. Per questo si chiama “Quadro Finanziario Pluriennale”. E appare anacronistico al mondo e al contesto geopolitico in cui viviamo.

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