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Politica
La Manovra sarà da 27-28 miliardi. Taglio delle tasse, pensioni, assegno unico e... Tutte le novità dal 2025
Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti 

Prudenza è la parola d'ordine del Mef d'intesa con Palazzo Chigi

Si tratta ancora di una prima ipotesi, da verificare nelle prossime settimane, ma secondo quanto Affaritaliani.it ha appreso da fonti ai massimi livelli della maggioranza di governo, la Legge di Bilancio per il prossimo anno dovrebbe essere tra i 25 e i 30 miliardi di euro, probabilmente 27-28 miliardi. Una manovra dunque non eccezionale ma comunque consistente, considerando anche il piano di rientro dal deficit e dal debito eccessivo chiesto dall'Unione europea, e sostanzialmente in linea con le finanziarie degli anni precedenti.

Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, bocconiano doc ed estimatore di Mario Draghi, insieme alla premier Giorgia Meloni, intende mantenere il punto e frenare gli appetiti dei partiti, anche della stessa Lega di cui Giorgetti fa parte. Prudenza e moderazione è la parola d'ordine che ripetono in Via XX Settembre, sede del Mef, in piena sintonia con Palazzo Chigi, che non vuol dire solo la presidente del Consiglio ma anche il potentissimo sottosegretario Giovanbattista Fazzolari.

Il punto principale della Legge di Bilancio per il 2025 sarà l'estensione del taglio dell'Irpef fino a 60mila euro lordi di reddito all'anno (ad oggi era solo fino a 35mila) per aiutare anche la classe media di lavoratori, nel pubblico e nel privato, che negli ultimi due anni non ha avuto alcun beneficio dal governo. L'idea è quella di abbassare l'aliquota del 35% al 33% in modo tale da portare un beneficio - solo per fare un esempio - di 1.000 euro in più (lordi) in busta paga a un lavoratore che guadagna 50mila euro all'anno.

Sul fronte delle pensioni non verrà fatto quasi nulla in Legge di Bilancio. Resterà in vigore Quota 103 (62 anni di età e 41 di contributi per lasciare il lavoro) e dovrebbero essere confermate anche le misure come l'Ape Sociale e Opzione Donna. Il governo intende anche introdurre incentivi per restare al lavoro e posticipare la pensione, come ad esempio il fatto che una volta maturato il diritto alla pensione i contributi non verranno più versati all'Inps portando così a un risparmio per le imprese e a una busta paga più pesante per il lavoratore.

Forza Italia, come ha anche spiegato ad Affaritaliani.it Alessandro Cattaneo, insiste per un ulteriore incremento delle pensioni minime, pensando stavolta anche a quelle del ceto medio, ma l'impressione è che, visti i pochi fondi, ci sarà soltanto qualcosa per le minime distinguendo però quella da lavoro da quelle sociali. Le prime dovrebbero essere maggiormente premiate rispetto alle seconde. Poi, come sempre, per quanto concerne l'indicizzazione delle pensioni all'inflazione sarà al 100% solo fino a quattro volte la minima, poi man mano che si sale ci sarà una decurtazione dell'adeguamento al costo della vita forse anche superiore rispetto a quella dello scorso anno (proprio per finanziare il taglio del cuneo fiscale).

Per reperire fondi, come chiede la Lega, è probabile che in manovra ci sarà una nuova rottamazione delle cartelle esattoriali, un nuovo saldo e stralcio ma fino a una certa cifra non eccessivamente elevata per evitare l'accusa di aiutare gli evasori fiscali. Sempre sul fronte del risparmio da parte dello Stato, il governo taglierà molti bonus che esistono da moltissimi anni per diverse categorie e che vengono ritenuti ormai anacronistici. Una sorta di razionalizzazione del sistema per reperire risorse.

Infine, sul sostegno alla natalità, dovrebbe essere confermato l'impegno ad aiutare le madri lavoratrici e a rafforzare lo strumento dell'assegno unico e universale per le famiglie con più figli (da tre in su) ma anche con figli disabili. Il tutto senza dimenticare le famiglie monogenitoriali, ovvero vedove o vedovi con figli specie minorenni a carico.




Leggi anche/ Manovra, 52 mld di deficit in tre anni. I paletti dell'Ue per l'Italia: fermare la spesa - Affaritaliani.it






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