Politica
La Raggi "Trump de' noantri": salta un altro assessore
Sostituito Mazzillo con Lemmetti
Nel film “Febbre da Cavallo” c’è il protagonista, detto Mandrake, che ogni giorno ne inventa una per “svoltare” qualche situazione incresciosa in cui si ficca. Virginia Raggi, novella Mandrake, è appena tornata dalle vacanze “diversamente segrete” che ne ha combinata un’altra: ha sostituito l’ennesimo assessore, Andrea Mazzillo responsabile del Bilancio con Gianni Lemmetti, che nel contempo si è dimesso dalla giunta Logarin a Livorno dove ricopriva lo stesso ruolo e dove si era beccato un avviso di garanzia per la gestione dei rifiuti.
Mazzillo paga l’aver osato criticare criticare l’asse Casaleggio - Grillo ed è stato subito “fired” dalla sempre docile (ai voleri milanesi e genovesi) Raggi, che pure nutriva simpatia e rispetto, così dice, per lui.
Avevamo appena degustato il meraviglioso periodo di riposo dalla Raggi e ne avevamo celebrato i giusti fasti e la mancanza delle esternazioni, quando Virginia è ripiombata in Campidoglio ed è ricominciata la rumba.
Lemmetti, a guardare il suo cv, è nel solco del grillo style: ex cassiere in discoteca, separato con due figli, accusato di appropriazione indebita viene poi prosciolto. Fa il commercialista e manda il mitico curriculum on line anche questo in pieno M5S- style e…miracolo…si ritrova assessore in giunta, da perfetto sconosciuto che era.
Tuttavia riesce a portare al pareggio il bilancio, così dice il suo sindaco.
Sono le meraviglie del populismo, ragazzi.
Ha portato i libri in tribunale della azienda dei rifiuti di Livorno ed è scappato in un negozio per difendersi dai lavoratori dell’Aamps (l’azienda dei rifiuti livornesi) che lo volevano menare, insomma anche qui in pieno Cinque Stelle style. Azioni clamorose in nome del mitico “ppopolo”.
Ma che fa la nostra “dipendente” Raggi? (come i grillini chiamavano benevolmente i politici prima di divenirlo a loro volta ereditandone tutti i difetti che prima contestavano agli altri).
Ricomincia l’indecente balletto delle sostituzioni in una giunta frantumata dai continui cambi e dai veleni interni ed esterni, senza contare che alcune caselle chiave come il capo di gabinetto sono ancora vacanti.
La nostra “Trump de’ noantri” si è scatenata al ritorno estivo, dando prova di una preoccupante incapacità amministrativa i cui conti li pagheranno, come al solito, i romani.